Rav Jonathan Sacks e le Lettere per la prossima generazione

Serata in parallelo a Roma e a Milano per la presentazione della seconda raccolta di Lettere per la prossima generazione del rav lord Jonathan Sacks, rabbino capo del Commonwealth. Un evento con una dedica speciale alle vittime della strage di Tolosa dello scorso marzo, a Stefano Gaj Tachè, ucciso durante l’attentato alla sinagoga di Roma di cui cade quest’anno il trentesimo anniversario, e a Micol Cohen, giovane ebrea milanese recentemente scomparsa. Numerosi i relatori che hanno offerto al pubblico le proprie riflessioni sui testi di rav Sacks: per la Comunità capitolina il rabbino capo Riccardo Di Segni, il presidente Riccardo Pacifici, rav Benedetto Carucci Viterbi e rav Roberto Colombo, rispettivamente preside e direttore delle materie ebraiche delle scuole della Comunità di Roma; a Milano sono invece intervenuti il rabbino capo Alfonso Arbib, il presidente Walker Meghnagi, il consigliere Gad Lazarov, Dina Brawer, docente alla London School of Jewish Studies, il giovane definito da rav Arbib “non addetto ai lavori” Manuel Kanah, mentre la lettura dei brani è stata affidata alla regista e attrice Miriam Camerini. A introdurre gli interventi sono stati il consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Claudia De Benedetti e il giornalista Giacomo Kahn.
“Centinaia di anni fa, i greci condannarono a morte Socrate per la colpa di insegnare ai giovani a porre domande – le parole che il rav Sacks ha rivolto alle Comunità ebraiche italiane attraverso un video registrato per l’evento – Le domande sono una parte centrale dell’educazione ebraica. Dobbiamo sforzarci di fare incontrare gli interrogativi dei giovani con le risposte che abbiamo da offrire. Dobbiamo raccontare loro il significato dell’appartenenza a una comunità. Un sondaggio nel Regno Unito ci ha mostrato che i ragazzi hanno in media 237 amici su Facebook, ma se viene chiesto loro su quante di queste persone sanno di poter contare in un momento di difficoltà, la maggioranza ha risposto che sono al massimo due, e almeno un terzo ha confessato che non avrebbe nessuno. Spieghiamo ai giovani che nella comunità troveranno amici e persone vere, che saranno con loro nel momento del bisogno”. Tanti i temi affrontati nel corso della serata, ispirati dagli spunti del rav Sacks: la ricerca della felicità, il ruolo della preghiera e della lode al prossimo, la dimensione etica dell’ebraismo, ma anche gli insegnamenti che la minoranza ebraica può e ha la responsabilità di offrire al mondo “La voce della Torah – recita la Lettera Numero 6 – è la voce morale della civiltà occidentale. Dice: Ama il prossimo come te stesso. Dice: Amate lo straniero perché anche voi una volta siete stati stranieri. Dice: Agisci onestamente, ama la misericordia e cammina umilmente con il tuo Dio”.