OyOyOy! chiude tra gli applausi
Si chiude, dopo sette anni, l’esperienza del Festival di cultura ebraica OyOyOy! Il congedo dal pubblico piemontese, da sempre molto attento e partecipe, è avvenuto con il concerto di Ramin Bahrami al Teatro Sociale di Valenza. “Oltre 500 persone, tantissime in piedi per un’ovazione che celebrava sia il talento artistico del pianista iraniano (nel repertorio un omaggio a Bach con significativi addentellati ebraici), sia una manifestazione capace di creare sul territorio moltissimi di eventi, con il coinvolgimento di centinaia di personalità del mondo della cultura e dello spettacolo, molte delle quali di fama internazionale. Un assaggio – spiega Alberto Angelino dell’Ufficio Stampa – di ciò a cui i 250mila spettatori hanno assistito attraverso il ponte culturale creato in questi anni da OyOyOy!”.
Nell’occasione Antonio Monaco, presidente di Monferrato Cult, l’associazione costituita con Elio Carmi e Giancarlo Giorcelli che dal 2006 organizza il Festival, ha dedicato cinque minuti di prolusione per rivolgersi direttamente al pubblico. “OyOyOy! finisce – ha affermato – ma sette anni fa nessuno forse avrebbe scommesso su questa avventura che ha ottenuto importanti risultati. La Comunità di Casale in primis ha accresciuto il proprio ruolo nell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e grazie alla nostra esperienza numerose realtà ebraiche hanno sviluppato iniziative analoghe. Oggi sappiamo inoltre che il Piemonte è la regione con più siti ebraici di tutta Europa”. Quindi un riferimento alle ragioni che hanno portato all’uscita di scena: “Sono cambiati gli interessi culturali delle persone e in particolare dei più giovani e le modalità con cui vengono coltivati e soddisfatti. Abbiamo bisogno non tanto di soldi – l’appello, che sembra aver colto nel segno – ma di nuove energie creative, contiamo sul fatto che qualcuno raccolga l’appello di questa serata e si faccia avanti”. Monaco ha concluso ringraziando le istituzioni che sono state al fianco della manifestazione – Regione Piemonte, Comune di Casale Monferrato, Provincia di Alessandria, Fondazione CRA e CRT, UCEI – e ha ricordato tutte le città che è stato possibile coinvolgere.
“Sull’onda degli applausi alla fine del concerto – spiega ancora Angelino – la consegna della doverosa scatola di Krumiri Kasher a Bahrami si è così trasformata in un momento di commozione per molti dei protagonisti del Festival e delle istituzioni”. Sul palco, oltre ad Antonio Monaco, Elio Carmi nella doppia veste di fondatore e vicepresidente della Comunità ebraica monferrina, il sindaco di Casale Giorgio Demezzi, il sindaco di Valenza Sergio Cassano, l’assessore alla Cultura di Valenza Paola Bonzano e Nuccio Lodato che, oltre a rappresentare il Teatro Regionale Alessandrino, che ha ospitato il concerto, per sei anni ha curato la rassegna cinematografica di OyOyOy! E infine il piccolo Carlo, figlio del compositore Giulio Castagnoli, chiamato a rappresentare le generazioni future.
Un messaggio in linea con quello precedentemente espresso nell’aula consiliare del Comune di Casale durante un incontro pubblico sul ruolo della musica e della cultura. Oratori proprio Castagnoli e Bahrami, presenti tra gli altri in sala gli assessori Giampiero Farotto e Giuliana Romano Bussola. “Abbiamo bisogno della cultura più che del pane. La musica come cultura – ha affermato Bahrami – consente di sconfiggere ogni dolore”. Grande intensità infine per l’incontro con il noto teologo Paolo De Benedetti sul tema del Saluto. Una riflessione che ha avuto origine da Shalom, termine ebraico che è baricentro della densa opera scritta in collaborazione con Massim Giuliani, e che ha abbracciato varie aree di significato sia etimologiche che religiose.