Inter-Bologna – No al razzismo, nel nome di Weisz
“Bellezza, magia, universalità”. Questo è il gioco del pallone secondo il gruppo bolognese W il calcio che ha lanciato l’appello per dedicare la partita Inter-Bologna in programma il prossimo 15 gennaio all’allenatore ebreo ungherese Arpad Weisz.
Dopo l’adesione delle due amministrazioni comunali, e dei due club (quella dell’Inter è arrivata ufficialmente nelle scorse ore) ora l’iniziativa è in cantiere. A svelarne i retroscena è Fausto Viviani, uno dei fondatori di W il calcio che da circa un anno riunisce un gruppo di cittadini provenienti dal mondo del sociale e delle professioni con una forte passione per il calcio, nel tentativo di riportare in primo piano i valori dello sport oltre gli scandali e gli episodi negativi. “Il nostro impegno nasce dalla passione per questo sport e dalla convinzione che sia necessario rispondere ai fenomeni che sempre più inquinano il mondo del calcio con una vera e propria rivoluzione culturale. Altrimenti il rischio è quello che il movimento vada incontro a un declino come già accaduto per boxe e ciclismo”. L’idea di dedicare la partita a Weisz nasce dall’incontro con Matteo Marani autore della biografia che racconta la vita del mister che dopo aver conquistato tre scudetti fra Bologna e Inter e aver portato gli emiliani sul tetto d’Europa negli anni ‘30, morì ad Auschwitz insieme alla sua famiglia (Dallo Scudetto ad Auschwitz, Aliberti, 2007). “Abbiamo organizzato la presentazione del libro, e quando abbiamo saputo che da tanti anni si discuteva della possibilità di dedicare una partita fra Bologna e Inter a Weisz, abbiamo deciso di fare nostro il progetto – spiega ancora Viviani – Siamo rimasti noi stessi stupiti dal supporto che abbiamo ricevuto”. Fra i primi ad aderire all’appello per dedicare la partita ad Arpad Weisz anche la Comunità ebraica bolognese “Naturalmente abbiamo espresso subito il nostro supporto all’iniziativa – sottolinea il presidente Guido Ottolenghi – Anche se è stato riscoperto solo da qualche anno, Weisz rappresenta una figura importante a Bologna. Il prossimo 27 gennaio apporremo una targa anche alla scuola elementare Bombicci dove studiò suo figlio Roberto. Penso che iniziative del genere rappresentino l’occasione attraverso cui uno strumento di cultura largamente condiviso come lo sport possa veicolare messaggi di convivenza”.
Ora si tratta di decidere concretamente le modalità con cui ricordare Weisz. L’ipotesi è quella di far indossare ai calciatori una maglietta con la foto dell’allenatore ebreo ungherese all’ingresso in campo, e magari far sfilare anche i gonfaloni dei Comuni di Milano e Bologna. Ma il progetto di W il calcio non si esaurirà il 15 gennaio. “Il nostro obiettivo è quello di dare vita a un Premio Weisz, con la partecipazioni delle istituzioni cittadine, per celebrare ogni anno in occasione del Giorno della Memoria chi nel mondo del calcio si è distinto per iniziative contro il razzismo, la xenofobia e l’antisemitismo, perché pensiamo sia giusto valorizzare i messaggi positivi che vengono lanciati, come la visita della Nazionale al campo di concentramento di Auschwitz durante gli Europei di Polonia e Ucraina” conclude Viviani.
Rossella Tercatin twitter@rtercatinmoked