In cornice – L’architettura del pregiudizio

La mostra principale attualmente allestita alla Triennale di Milano è “L’architettura del mondo”, con molti spunti interessanti e una grande delusione. Fra i vari progetti di recente completamento, un video è stato dedicato anche alla metropolitana leggera di Gerusalemme, preparato a scopi puramente politici anti-israeliani da una attivista palestinese. Come a dire, che i curatori della mostra sapevano benissimo fin dall’inizio che con quel video non avrebbero fornito alcun messaggio culturale. Infatti del progetto quasi non si parla, ma soltanto dei suoi fini, sostenendo che faccia parte di un disegno di “apartheid strisciante” che vuole mandare definitivamente in soffitta il progetto di due popoli – due stati, unendo gli insediamenti ebraici di Gerusalemme Est con il resto della Gerusalemme ebraica. Si critica il ponte dell’architetto Calatrava (sarebbe poco estetico, come se ci fosse un solo gusto accettabile) e si parla di alcuni israeliani buoni che si sarebbero opposti al progetto (in realtà il motivo delle proteste è stato l’enorme ritardo nel completamento dell’opera). Non si inserisce il progetto all’interno del crescente problema da congestione del traffico a Gerusalemme e in Israele in genere, dell’inquinamento, della volontà israeliana di sviluppare in genere il trasporto su rotaia in genere (vedasi gli investimenti nei treni per pendolari). Niente, solo messaggi politici, avvallati dai curatori della mostra. Personalmente, riconosco nel progetto finalità politica contro la pace e non li condivido, ma quel video dimostra solo quanto il dogmatismo ideologico punti solo a indottrinare il pubblico e impedisca di analizzare un progetto culturale/infrastrutturale a tutto tondo, con i suoi punti di forza e di debolezza.

Daniele Liberanome, critico d’arte

(21 gennaio 2013)