Qui Casale – La Shoah vista dai ragazzi
C’è il pane, le azzime della pasqua abbandonate sul selciato come dopo un saccheggio, ci sono i pezzi degli scacchi che diventano crudeli soldati chiodati, c’è una scrivania: le foto di famiglia scheggiate i libri lasciati a metà… e ci sono forme di uomini di pietra distese e scheggiate. Questo Giorno della Memoria verrà ricordato così alla Comunità ebraica di Casale Monferrato, attraverso le opere dei ragazzi del liceo artistico Ambrogio Alciati di Trino. Una cinquantina di pezzi che hanno occupato integralmente la sala Carmi, il cortile e il portico attorno alla sinagoga. Opere mai banali che tengono conto delle influenze dell’arte moderna e che rivelano soprattutto le tracce dell’assenza. I sei milioni di ebrei uccisi nei campi di sterminio diventano milioni di fili impossibili da riannodare,fotografie dove poco per volta non rimane nessuno. Un lavoro lodato da tutti e realizzato dalle classi III A, III B, IV A, V A e V B, guidate dagli insegnanti Daniela Fontanesi, Rosanna Gregorace, Tiziana Salé e Monica Falcone, responsabile anche della coordinazione artistica del progetto. “E’ sempre importante per noi passare il testimone del ricordo alle generazioni più giovani, man mano che i testimoni diretti scompaiono” spiega Elio Carmi, vicepresidente della Comunità ebraica alle autorità arrivate in vicolo Salomone Olper per questa ricorrenza. Ci sono il prefetto di Alessandria Romilda Tafuri, Il comandante provinciale dei Carabinieri colonnello Massimo Bergamini, il consigliere regionale Marco Botta, il sindaco di Casale Monferrato Giorgio Demezzi e tanti, tantissimi amici delle associazioni nazionali partigiane, degli studi sulla resistenza o semplici cittadini vicini alla Comunità in questo giorno. La giornata è proseguita all’interno della sinagoga con la lettura dei nomi delle vittime casalesi e moncalvesi della Shoah e l’accensione di sette lampade a simboleggiare le sei milioni di vittime del popolo ebraico e il milione di non ebrei periti nei campi di sterminio.
Toccante la conclusione della rievocazione affidata all’attore casalese Emilio Bonelli e alla lettura del testo del testo Domande a Dio dal ghetto di Varsavia, in cui l’eterna domanda sulla sofferenza di Giobbe accomuna il destino degli uomini.
Alberto Angelino
(28 gennaio 2013)