…polemiche

La polemica nata prima in Israele poi anche sulle pagine del portale dell’Unione (con Sergio Della Pergola e Anna Segre) sulla candidatura fra gli italiani all’estero di Sharon Nizza alle politiche nelle fila del PDL è significativa e interessante. Interessante per la dura critica formulata alla sua candidatura in una lettera firmata da numerosi Italkim, molti dei quali personaggi di rilievo, intellettuali e professori universitari, appartenenti tanto alla sinistra che a schieramenti moderati, tanto religiosi che laici. Uno schieramento trasversale, che contesta la candidatura della Nizza in un partito il cui leader, Berlusconi, ha recentemente espresso, e proprio in occasione della Giornata della Memoria, posizioni inaccettabili sul fascismo e l’alleanza di Mussolini con la Germania nazista. Posizioni su cui la Nizza, in un’intervista a caldo, non si è dichiarata d’accordo, pur dicendosi sicura di riuscire a far cambiare “idea a Berlusconi”. Se la giovane Nizza ha parlato con sincerità, allora si può solo consigliarle di crescere prima di tentare l’arduo cammino della politica. Tanto questo dibattito in Israele, che la Nizza interpreta berlusconianamente come “una pugnalata nella schiena” ma che chiunque si sia mai presentato a delle elezioni non può vedere che come una normale espressione di dissenso politico, quanto la sua ripresa su queste colonne sono in realtà un fatto significativo. Come giustamente ha scritto Anna Segre a questo proposito, per un ebreo che si presenti in quanto ebreo alle elezioni l’adesione al PDL entra oggi in conflitto con i più profondi valori dell’ebraismo. Fra questi, la memoria, il rigore etico, il rispetto per la giustizia, per le donne, per la scuola e la cultura, tutti valori fondamentali calpestati in questi anni da Berlusconi e dall’incultura che ha creato nel nostro paese. Le posizioni di Berlusconi sul fascismo – ma è di ieri l’elogio del dittatore Ceausescu, che non stupisce da parte di un caro amico di Gheddafi e di Putin – hanno creato un discrimine che non è politico, ma morale. Ed è proprio in nome di questi valori etici che ci auguriamo che Sharon Nizza si presenti, come è suo diritto, ma non, come vorrebbe, in quanto ebrea, perché ebrea.

Anna Foa, storica

(11 febbraio 2013)