Qui Torino – Antisemitismo, memoria e prospettive future nel mondo dei social network
Sono in realtà molti i giovani che non corrispondono affatto all’immagine che comunemente viene data della loro generazione: tra coloro che si mettono in discussione, che non hanno perso il gusto del ragionamento e dell’impegno, senza dimenticare lo studio, ovviamente, ci sono gli studenti dell’Elsa (European Law Students’ Association) che a Torino, insieme ai ragazzi altrettanto impegnati dell’Unione giovani ebrei d’Italia hanno provato a ragionare su cosa sia veramente importante fare intorno al Giorno della Memoria. Amalia Luzzati, che oltre a essere socia Elsa, è stata a lungo nelle file dell’Ugei, e Alessandra Ortona, attuale vicepresidente della stessa associazione, hanno iniziato a interrogarsi su cosa abbia senso fare in occasione di questa ricorrenza. Avere chiaro che è grande la responsabilità delle nuove generazioni nel conservare la memoria nel tempo non basta per saper come far sì che la giornata della memoria non resti una celebrazione simbolica e meramente istituzionale. Hanno valutato necessario aprire un dibattito e interrogarsi su ciò che ogni singolo, ma anche le istituzioni e lo Stato possono fare, lavorando, in questo caso, in ambito operativo e giuridico.
Tra le critiche più frequenti all’entrata in vigore di una legge che introduca il negazionismo come reato vi è la presunta violazione della libertà di espressione, stessa critica rivolta alla recente sentenza francese che ha visto condannare Twitter a rivelare i nominativi di coloro che si sono resi fautori di affermazioni antisemite e razziste sul social network. Cinque associazioni francesi, tra cui l’Uejf (Unione degli studenti ebrei di Francia) avevano denunciato le derive antisemite e razziste di Twitter, dove, dall’ottobre 2012, si era scatenato una specie di “concorso” di frasi odiose, antisemite, sessiste, omofobe, razziste. E il tribunale di Parigi ha dato loro ragione: Twitter non puo’ invocare la legge californiana (e il primo emendamento) ma deve applicare la legge francese, che proibisce “ogni discriminazione fondata sull’appartenenza a un’etnia, una nazione, una razza o una religione” e che punisce gli “atti antisemiti, razzisti o xenofobi” e il negazionismo (legge Gayssot, 1990). Twitter dovrà quindi individuare gli autori e comunicarne i nomi alle associazioni che hanno sporto denuncia, che si rivolgeranno poi alla giustizia. Twitter, inoltre, dovrà mettere in opera un sistema di segnalazione (per i tweet francesi) che permetta di individuare i messaggi razzisti. Una sentenza definita storica dal New York Times.
Il motto dell’ELSA, l’associazione che da circa trent’anni permette a studenti di legge provenienti da tutta Europa di confrontarsi e raccontarsi, arrivando a raccogliere più di 30mila soci, è “A just world in which there is respect for human dignity and cultural diversity”, e Giulia Badella, presidente della sezione torinese, ha subito accolto la proposta di approfondire un argomento di tale portata, organizzando per questa sera insieme all’Ugei un convegno dal titolo “Antisemitismo: memoria e prospettive future – Una riflessione giuridica su come affrontare il negazionismo dalle parole del Presidente Napolitano al ‘Caso Twitter’ in Francia.
Dopo un saluto del ministro per la Cooperazione internazionale Andrea Riccardi interverranno l’onorevole Anna Rossomando, membro della Commissione Giustizia della Camera, che spiegherà se potrà realmente essere introdotto nel nostro ordinamento il reato di negazionismo e quali sono gli eventuali ostacoli all’entrata in vigore di tale legge e Stéphane Lilti, avvocato delle associazioni francesi, secondo cui la sentenza del tribunale di Parigi contro Twitter “metterà al bando il sentimento di impunità alla base di tutte le derive”.
Ada Treves twitter @atrevesmoked
(12 febbraio 2013)