Hezbollah e la linea rossa del terrore
A ribadirlo con parole di grande chiarezza è stato tra gli altri il Capo di Stato israeliano Shimon Peres. “Ci stiamo avvicinando alla linea rossa”, denuncia nella lunga intervista concessa oggi a Le Monde. La linea, quel confine apparentemente sottile che separa l’Iran dal completamento della corsa al nucleare, è oggi elemento centrale nel discorso politico, nei rapporti tra diplomazie, nella costruzione di un futuro di pace affrancato dalla scure del fondamentalismo di matrice islamica. Un tema di notevole complessità analizzato oggi a Roma nel corso di un primo incontro promosso dalla Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale in collaborazione con l’American Jewish Committee. A confrontarsi con il pubblico, composto in larga parte da studenti universitari, il politologo Matthew Levitt, direttore di un autorevole think tank statunitense sul Medio Oriente e già consulente dell’Fbi. Filo logico della sua lezione la minaccia per la sicurezza globale rappresentata da Hezbollah, le sue specificità operative e logistiche, la fitta rete di cellule attive in tutta Europa.
Ad intervenire anche l’ex ministro degli Esteri Franco Fattini. “È sconcertante che l’Europa non sia in grado di fare fronte comune contro queste insidie. Che malgrado i nuovi elementi di indagine emersi sull’attentato di Burgos– ha affermato l’ex ministro, ricordando anche il suo recente intervento alla conferenza dell’Aipac – vi siano ancora sacche di resistenza a definire Hezbollah per quella che è la sua reale natura di gruppo violento e terrorista. È urgente una presa di coscienza e un’azione forte da parte di tutte le diplomazie occidentali”.
Matthew Lewitt sarà nuovamente protagonista questa sera all’Auriana Auditorium di via Roselli (18.40-20.00).
(13 marzo 2013)