Da Sofia a Parigi nuova luce sulle trame del terrore
Nuovi documenti che proverebbero il coinvolgimento di Hezbollah nell’attentato a Burgas in cui persero la vita cinque cittadini israeliani. È la strada che sta percorrendo il governo bulgaro dopo l’accorata denuncia delle scorse settimane con la conclusione del primo fascicolo di indagini condotte al fianco dell’Europol. Un’esigenza manifestatasi, stando a quanto affermato dal primo ministro Marin Raikov alle Nazioni Unite, con le richieste di alcuni governi europei ancora perplessi sull’opportunità di inserire o meno Hezbollah nella lista dei gruppi del terrore. Stati Uniti e Israele già considerano “il partito di Dio” alla stregua di un’organizzazione criminale. Perfino nel mondo arabo c’è chi si sta muovendo in questa direzione: un esempio arriva dal Bahrein, che nelle scorse ore ha arricchito di una voce la sua black list. L’Europa, come noto, ha invece una posizione tutt’altro che omogenea emersa con chiarezza in occasione di un recente vertice intergovernativo conclusosi con un nulla di fatto sulla questione. “Stiamo andando avanti con grande serietà e intensità. Presto forniremo prove ulteriori sulle responsabilità di Hezbollah”, ha affermato Raikov ribadendo l’impegno già pubblicamente affermato del ministro degli Interni Tsvetan Tsvetanov con la diffusione di uno specifico dossier a febbraio.
Le indagini sul terrorismo toccano in queste ore anche la Francia con nuovi possibili capitoli relativi agli attacchi mortali di Tolosa e Montauban. Tre persone sono state arrestate nel sud del paese nell’ambito delle indagini apertesi esattamente un anno fa. Due gli arresti a Tolosa nel quartiere Lez Izards, che Mohammed Merah – l’attentatore – aveva frequentato da bambino, e uno nella vicina cittadina di Castres. Tra i fermati anche un soldato. Forse la svolta tanto attesa come aveva chiesto la scorsa settimana, con una pagina dai toni forti e inequivocabili, il quotidano Le Monde (nell’immagine il pdf della pagina).
In Italia intanto si completa la prima fase del processo Stormfront che vede alla sbarra quattro estremistri di destra animatori del portale antisemita e xenofobo. Ieri, nel corso dell’udienza, il pubblico ministero Luca Tescaroli ha chiesto le seguenti condanne: 4 anni e 10 mesi per Daniele Scarpino (Milano), 4 anni e un mese per Diego Masi (Ceccano), 4 anni e 6 mesi per Luca Ciampaglia (Atri) e 4 anni e 8 mesi per Mirko Viola (Cantù). Per tutti gli imputati il pm ha anche sollecitato l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. Tescaroli ha sottolineato come i quattro estremisti rappresentino “lo zoccolo duro di un temibile gruppo criminale, il cui retroterra culturale si è posto alla base dei tragici eventi che hanno recentemente segnato l’Europa” Il processo riprenderà l’8 aprile, data in cui è prevista la sentenza di primo grado.
a.s – twitter @asmulevichmoked
(29 marzo 2013)
(Nell’immagine la vignetta realizzata dal disegnatore israeliano Michel Kichka dedicata alle vittime dell’attentato di Tolosa)