Qui Milano – Insieme alla città con i valori e la Memoria

Una presenza radicata nella storia di Milano. Una presenza fatta di valori, di arricchimento culturale, di condivisione.
Settant’anni fa, i cittadini milanesi, quando i loro vicini, amici, conoscenti ebrei, furono trascinati via dalle loro case e mandati a morire, voltarono la testa dall’altra parte. A ricordarlo oggi, il muro freddo e terribile che accoglie i visitatori del Memoriale della Shoah sotto alla Stazione centrale, il luogo in cui all’epoca i prigionieri venivano caricati sui treni verso i campi, e che oggi rappresenta uno spazio recuperato alla città: non semplicemente un museo, ma un autentico laboratorio, di Memoria, di convivenza, di educazione ai valori di civiltà e scambio culturale, di cui le Comunità ebraiche vogliono rappresentare un baluardo. In quest’ottica, il primo ideale utente del progetto del Memoriale sarà costituito dalle scolaresche. In questa prospettiva il vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e della Fondazione Memoriale della Shoah Roberto Jarach e il presidente della Comunità ebraica milanese Walker Meghnagi hanno invitato un gruppo di professionisti della città a una visita e presentazione del Memoriale, al momento completato per l’80 per cento circa, come ha spiegato Jarach, illustrandone la storia e gli obiettivi, con il supporto del presidente della Fondazione e direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli e dell’architetto Guido Morpurgo. Un’occasione anche per raccontare cos’è l’ebraismo milanese oggi, per la stessa Comunità e per tutto il capoluogo lombardo, come ha sottolineato Meghnagi.
L’incontro ha offerto anche diversi spunti di riflessione sul tema dell’Otto per Mille e sull’importanza di sensibilizzare l’opinione pubblica verso la grande funzione sociale svolta dalla destinazione di quelle risorse, in un panorama italiano in cui solo il 44 per cento dei contribuenti sceglie di apporre la firma sotto una qualsiasi delle possibilità garantite dalla legge italiana, molto spesso ignorando elementi fondamentali, come il fatto che l’Otto per Mille di coloro che non esprimono alcuna scelta viene ripartito tra i vari enti secondo la proporzione delle scelte espresse.

(10 maggio 2013)