Ticketless – Seconda preferenza
Assai prima che il fascismo salisse al potere, nel corpo docente di una Regia Università non più di un ebreo e non più di una donna potevano essere ammessi. Era il massimo consentito, lo ricorda Cesare Segre nella sua autobiografia parlando di Santorre Debenedetti. Sappiamo come misoginia e antisemitismo si siano intrecciate in Italia, ma quella era una legge non scritta Domenica 26 maggio, invece, dalle ore 8.00 alle ore 22.00, e lunedì 27 maggio, dalle ore 7 alle ore 15, nelle regioni a statuto ordinario e in Sardegna si sono svolte elezioni del sindaco e del consiglio comunale di 564 comuni nonché dei consigli circoscrizionali. In questa tornata elettorale, cito dal sito ufficiale del governo, la legge 23 novembre 2012 n. 215, ha introdotto “la c.d. doppia preferenza di genere, volta a favorire il riequilibrio delle rappresentanze di genere nelle amministrazioni locali”. “Al momento del voto”, recita la circolare ministeriale, “è possibile esprimere due preferenze (anziché una, come previsto dalla normativa previgente) purché riguardanti candidati di sesso diverso, pena l’annullamento della seconda preferenza”. Per antica solidarietà di genere, credo che debba levarsi da questo portale una sommessa voce di protesta. Gli ebrei hanno imparato a loro spese che non è mai buona cosa stabilire per legge qualsiasivoglia separazione nemmeno ai fini di un differenzialismo politicamente corretto. In un sistema elettorale che ci vieta da anni di scegliere i candidati che vogliamo, immagino il disagio in cui si saranno trovati gli elettori domenica, che non hanno potuto esprimere la loro seconda preferenza in ottemperanza ad un principio assolutamente illiberale.
Alberto Cavaglion
(29 maggio 2013)