…domande

Domani sera a chiusura delle attività di Kesher, proveremo a ragionare intorno a questa domanda “Quale cultura ebraica vogliamo trasmettere alla società in cui viviamo?” L’occasione è la presentazione dei contenuti del “Primo Festival Internazionale di Cultura Ebraica” che si terrà a Milano dal 28 settembre – 1°ottobre 2013 e che avrà come parola chiave Shabat. Possiamo tentare di rispondere a quella domanda in molti modi e ognuno certamente ha la sua ricetta. Io ci vorrei provare così. Per capire cosa ci sia dentro una parola occorre soffermarsi non tanto sulla formulazione, quanto sulla logica interna di formazione e di sviluppo indicandone le possibilità (se possibilità vi sono) della loro estensione, attuale o futura. Non si tratta di valorizzare la specificità, ma di capire che cosa contiene, come agisce, quali configurazioni comportamentali crea. In breve ragionare in termini di opportunità che offre e se ha un valore o meno per noi moderni. E se sì in che forma, chiedendoci, per esempio: come vogliamo vivere? E’ una delle domande, per esempio, che si è posto il filosofo americano Michael J. Sandel la scorsa settimana al festival dell’economia di Trento. “L’economia deve cambiare, non bisogna porsi domande solo sull’efficienza economica, quando piuttosto se i meccanismi che si vogliono introdurre nel mercato eroderanno le norme sociali e se questo avviene, dobbiamo chiederci se l’aumento di efficienza vale la perdita di questi comportamenti”. Una delle modalità di riflessione intorno a Shabat ha a che fare con questa domanda.

David Bidussa, storico sociale delle idee