Beteavòn, la cena che nutre un progetto
“L’aria di spensieratezza e di sontuosa festa di questa sera, attraverso il contrasto che genera, deve farci ancora maggiormente riflettere sul motivo per cui siamo qui, quello di aiutare persone che soffrono la fame”, ha affermato Daniela Mevorah, ex assessore ai servizi sociali della Comunità ebraica di Milano, impegnata in prima persona nel progetto della cucina sociale kasher delle scuole del Merkos. Per finanziare il quale ieri sera a Milano al Teatro Vetra si è svolta la serata di beneficienza Beteavòn, la cena che nutre un progetto, organizzata dal Merkos l’Inyonei Chinuch, movimento educativo del gruppo hassidico Chabad-Lubavich. Sfiziosi micro bicchierini multicolori e alti calici di bollicine all’aperitivo, sedie trasparenti dal design minimal e frondosi centrotavola floreali ai tavoli, torte futuristiche nel menu da stella Michelin offerto dalla Locanda del Pilone di Alba (Cuneo) e il fascino retrò delle della grande sala che un tempo era lo storico Teatro Alcione hanno incantato gli invitati. Che durante tutto il corso della serata sono stati intrattenuti da Massimo Valli e Ilenia, deejay di Radio Monte Carlo e Radio 105, che hanno presentato i numerosi ospiti.
A portare per primo i suoi saluti rav Avraham Hazan, leader del movimento Chabad di Milano, che ha ringraziato fra gli altri anche Claudio Gabbai, assessore ai servizi sociali e alla casa di riposo della Comunità di Milano, il vicepresidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane Roberto Jarach e il consigliere Giorgio Mortara e rav Igal Hazan, direttore delle scuole Merkos di Milano, presenti in sala. Ha poi preso la parola Walker Meghnagi, presidente della Comunità di Milano, che ne ha ricordato la collaborazione nel progetto, seguito dal vicesindaco di Milano Ada Lucia De Cesaris, che ha sottolineato come l’istituzione di questa mensa gratuita per i bambini della scuola ma che offrirà pasti gratuiti a chiunque abbia bisogno di mangiare “sarà un punto di qualità per tutto il quartiere e per tutta la città”. “La presenza di tutti come risorsa della città – ha infatti aggiunto Francesco Cappelli, assessore all’Educazione e all’Istruzione del comune di Milano con delega ai rapporti con le comunità religiose – è un bene che dobbiamo perseguire, e l’iniziativa di stasera ne è un esempio splendido”. Perché soprattutto in un momento di grave crisi come quello attuale, “proprio quando è istintivo pensare a se stessi e ai propri problemi, è particolarmente giusto e necessario pensare a chi sta peggio, a chi soffre più di noi, e fare il possibile per aiutarlo”, ha evidenziato Rifki Hazan, preside della scuola del Merkos. Perché purtroppo le persone che soffrono la fame, la fame vera, sono tante, mamme che non riescono a nutrire a sufficienza i propri bambini, famiglie che non possono mettere insieme una cena di Shabbat. E come ha specificato Rifki Hazan, “dare cibo significa dare amore”.
E anche proprio sull’amore era incentrato l’intervento di Mario Lavezzi, celebre compositore, cantautore e produttore discografico italiano e Teo Teocoli, comico, attore cinematografico, conduttore televisivo, e imitatore italiano, che insieme hanno intervallato racconti di divertenti tempi d’oro, fra gavette mirabolanti e incontri fatali, con brani delle più belle canzoni d’amore della musica italiana, trascinando il pubblico in un coro sognante sulle note di Celentano. E forse “l’emozione non ha voce”, ma sicuramente quella di Raiz, cantante napoletano degli Almamegretta, ha conquistato il pubblico con le sue note calde. Accompagnandolo dolcemente all’asta per la vendita di beneficienza di opere d’arte e gioielli, per raccogliere ulteriori fondi per sostenere il progetto. Perché, come ha affermato Daniela Mevorah, “dare conforto e aiuto ci renderà più forti”.
Francesca Matalon twitter @MatalonF
(18 giugno 2013)