Periscopio – La testimonianza di Paul Schreiner
Un pubblico ammutolito dallo sgomento, ha ascoltato, a Napoli, lo scorso mercoledì 19 giugno, la testimonianza di Paul Schreiner, ingegnere ceramico di fama internazionale, oggi 84enne, nativo di Zagrabia, la capitale croata, e erede di una famiglia di insigni ceramisti, invitato dall’Associazione Italia-Israele (su iniziativa della poetessa italo-croata Suzana Glavas, grande benemerita della promozione nel nostro Paese della memoria della Shoah) a raccontare le vicende patite, durante la guerra, dalla sua famiglia, del quale Schreiner è uno dei pochi superstiti (deve la vita a un sacchetto di gioielli che sua madre consegnò a uno dei loro carcerieri, in cambio della vita del figlio). La maggioranza dei suoi familiari, infatti, sono stati eliminati dai nazifascisti nel campo di Jasenovac: i nonni, la madre, la sorella Helga di 9 anni, le zie e gli zii. Il resto della famiglia – il padre, con la seconda moglie e la madre di lei – è stato deportato dal campo di Loborgrad (isola di Pag) e sterminato ad Auschwitz. L’unico a salvarsi da Jasenovac è stato un cugino del padre, Ivo Reich, che ha messo per iscritto le sue memorie, così come hanno fatto Schreiner e la cugina del padre, Medea Bruckner, sopravvissuta al campo di concentramento italiano di Matejna (sempre nell’isola di Pag). I tre resoconti (di Ivo Reich, Medea Bruckner e Paul Schreiner) sono stati raccolti in un volume pubblicato in edizione privata fuori commercio, in sole 50 copie, destinate ai soli familiari, intitolato Memorie di un ceramista di razza (Novara, 2011). Si tratta di un testo di straordinaria importanza storica e documentale, che squarcia un velo di silenzio sugli orrori della Shoah, e merita assolutamente di essere divulgato.
Grazie all’interessamento di Suzana Glavas, è in corso la preparazione di un’edizione in lingua croata del libro, e si sta anche procedendo a una traduzione in inglese, destinata al pubblico americano. Manca ancora, però, un’edizione in italiano, ed è moralmente imperativo che sia realizzata. Ricordiamo che le memorie di Primo Levi, rifiutate dai grandi editori, ebbero una circolazione molto limitata finché non furono accettate, negli anni ’70, dall’Einaudi. E oggi pare assurdo che ciò abbia potuto accadere. Sono certo che altrettanta incredulità ci sarà quando, speriamo presto, le memorie di Schreiner, Reich e Bruckner saranno conosciute da un vasto pubblico. Basti considerare che nel solo campo di concentramento di Jasenovac/Stara Gradiška, in Croazia, sono state complessivamente registrate 72.193 vittime, tra cui 33.860 uomini, 19.327 donne e 19.006 bambini. Un eccidio di proporzioni immani, di cui, in varia percentuale, portano la responsabilità gli ustascia croati, i nazisti tedeschi e i fascisti italiani.
Evitiamo che su ciò cada l’oblio. Facciamo in modo che la voce di Schreiner sia raccolta e trasmessa alle future generazioni, e che non sia mai dimenticata.
Francesco Lucrezi, storico
(26 giugno 2013)