Qui Milano – Consiglio, aria di crisi

consiglioMomenti di tensione e aria di crisi al Consiglio della Comunità ebraica di Milano. Il presidente Walker Meghnagi ha lasciato anzitempo la seduta con un gesto polemico. A scatenare i problemi il dibattito circa la copertura dell’assessorato alla Scuola dopo le dimissioni di Daniele Schwarz lo scorso giugno.
Come da ordine del giorno, è stato lo stesso Meghnagi ad avanzare una proposta: il reintegro nel ruolo di Schwarz. Una soluzione già dibattuta durante un Consiglio a porte chiuse nel mese di luglio, che non aveva però raccolto sufficiente consenso per l’approvazione.
Contrari in particolare si sono detti gli esponenti della lista Ken, che hanno sottolineato in maniera concorde come l’esperienza di Schwarz in qualità di assessore alla Scuola abbia presentato diversi problemi e ricordato come la stessa opinione fosse stata in passato più volte espressa anche da Meghnagi.
Dispiaciuto e sorpreso si è detto quindi Davide Hazan, già viceassessore alla Scuola e assessore facente funzione dopo le dimissioni di Schwarz. “Sconcerto” lo stato d’animo espresso dal vicepresidente vicario e assessore alla Cultura Daniele Cohen, dall’assessore alla Casa di Riposo Claudio Gabbai, dal consigliere con delega al personale Claudia Terracina, che hanno prospettato la probabile restituzione delle deleghe loro assegnate nelle mani del presidente.
Da lì la risposta di Meghnagi (“So bene quanto è stato detto e quanto è accaduto fino a ora, ma ci sono situazioni in cui bisogna riprendere il cammino un passo oltre, per il bene comune di tutti”), l’accusa nei confronti di Ken di non essere disponibili ad accettare decisioni diverse da quelle loro gradite e l’abbandono della sala.
Alla base della crisi dunque gli equilibri politici tra le due anime del Consiglio, la lista Welcomunity che esprime dieci rappresentanti, compreso il presidente, e la lista Ken con nove. Dalle elezioni del giugno 2012, le due formazioni hanno dato vita a un’esperienza di governo comune: in Giunta, assessorato alle Finanze, al Culto, alla Scuola e alla Comunicazione (oltre alla presidenza) alla maggioranza, assessorato alla Cultura e alla Casa di Riposo alla minoranza, fuori Giunta deleghe e responsabilità a esponenti di entrambi gli schieramenti. Un’esperienza che nel primo anno di lavoro ha registrato risultati positivi e momenti più difficili.
Dopo la dichiarazione di Meghnagi la riunione è proseguita con un confronto tra i Consiglieri. Diversi rappresentanti di Welcomunity hanno difeso l’operato di Daniele Schwarz e offerto una differente lettura delle sue dimissioni: non una scelta dovuta a un lavoro non soddisfacente o alla mancanza di tempo come sostenuto da Ken, ma semplicemente al senso di mancato appoggio e scarsa determinazione della Giunta nel perseguire le idee da lui proposte, come ha spiegato Osimo. Raffaele Turiel ha sottolineato l’importanza della progettualità sulla scuola e la necessità di incrementarla, riconoscendo nell’assessore dimissionario un fautore di questo tipo di approccio, e lo stesso Schwarz ha messo in evidenza come in futuro occorrerà maggiore decisione della Giunta e di tutto il Consiglio in questo senso. Sullo sfondo del dibattito, la denuncia della difficile situazione in cui versano le scuole della Comunità, in primis sotto il profilo del numero degli alunni, che ha registrato un ulteriore calo per l’anno scolastico 2013-2014.
La seduta si è chiusa senza alcuna delibera circa l’assessorato, ma con l’auspicio espresso dal vicepresidente e assessore al Culto Rami Galante e dal coordinatore del Consiglio Simone Mortara, di un confronto insieme al presidente perché si possa capire quale direzione intraprendere per proseguire il lavoro. Un presidente di cui tutti, pur esprimendo insoddisfazione per la sua scelta di uscire dalla sala, hanno sottolineato il grande impegno e ruolo di mediazione e quadratura.

“Questo è il tempo del fare. Per questa ragione siamo stati eletti. Nel primo anno ci siamo conosciuti. Ora dobbiamo agire” aveva sottolineato Meghnagi in precedenza, avanzando alcune proposte che segnano una potenziale rivoluzione nella vita comunitaria milanese: in particolare torna alla ribalta il vecchio progetto di trasferimento dell’Ufficio rabbinico dalla sede della Sinagoga centrale agli uffici della Comunità, che si trovano all’interno dell’edificio scolastico. Una proposta a cui non si è dichiarato contrario il rabbino capo Alfonso Arbib, che ha tuttavia espresso qualche perplessità circa il futuro della Sinagoga centrale, sempre più isolata rispetto agli altri poli della vita comunitaria, ma ancora punto di riferimento per tanti iscritti, una perplessità condivisa anche da alcuni Consiglieri. Nella mozione dunque oltre a menzionare il trasferimento e la necessità di studiarne le modalità concrete, anche quella di una riflessione e progettualità su questo punto; tredici i voti a favore, quattro gli astenuti e un voto contrario.

Approvato anche il progetto di ampliamento dello spaccio comunitario di prodotti kasher e in particolare di carne, un servizio che sta riscuotendo sempre maggiore interesse tra gli iscritti.

Alla vigilia di Rosh HaShanah e di un 5774 gravato da molti nodi da sciogliere per la kehillah milanese, l’incognita resta quale corso imboccheranno i suoi organi di governo.

Rossella Tercatin twitter @rtercatinmoked

(3 settembre 2013)