Ugei – Un anno di valori

alessandra ortonaConcluse le vacanze nelle più diverse mete, anche i giovani ebrei italiani si apprestano a iniziare un nuovo anno. Molti tornano da un caldo agosto a Tel Aviv, dove hanno potuto godere del divertimento e della vita nella città “che non dorme mai”, che in questi giorni è purtroppo più sveglia del solito, a causa della preoccupante situazione in tutto il Medio-Oriente, che ci auguriamo venga superata dagli eventi.
Molti di noi hanno trascorso la scorsa settimana alla Summer University, nel sud della Francia, con altri 400 giovani ebrei da tutto il mondo. Quest’anno si sono tenute anche le elezioni dell’European Union of Jewish Students, dove la candidata italiana Amalia Luzzati ha ottenuto il maggior numero di voti, arrivando prima tra gli eletti, a dimostrazione del fatto che non solo per noi è prioritario stringere rapporti con le altre unioni europee ed internazionali, ma che i risultati che man mano portiamo a casa sono ottimi.
Negli ultimi mesi ho avuto l’opportunità di guardare parte del mondo giovanile ebraico italiano da un osservatorio privilegiato: l’Ugei. Fuori e dentro l’Ugei, fuori e dentro l’ebraismo, ho conosciuto ragazze e ragazzi straordinariamente diversi nei valori (religiosi e non), ma accomunati dallo stesso desiderio: sapere dove quel patrimonio identitario, famigliare, religioso, culturale e storico li condurrà. Ognuno con il proprio percorso; ognuno con il proprio orizzonte; ognuno con la speranza di arrivare da qualche parte; ognuno – io per prima – con la paura di non trovare la propria strada. Essere ebrei ed essere giovani é anche difficile. Da un lato valori, identità e tradizioni che come un organismo vivente plasmano la personalità e l’orgoglio di ciascuno di noi. Dall’altro un innegabile desiderio di leggerezza. Cyril Connolly scriveva: “La giovinezza è un periodo di opportunità perdute”. Aveva ragione. Ma non tanto per l’incapacità di cogliere le possibilità che ci si presentano davanti, quanto per la cocciutaggine nel non cedere a compromessi con ciò che storicamente rappresenta per un ebreo l’unica patria possibile: l’identità. Ovviamente generalizzare non é possibile, ma in prossimità di Rosh haShanah vorrei fare un augurio ai giovani ebrei italiani e a me stessa. Che sentiate o meno l’importanza della nostra imprescindibile identità ebraica quello che auguro agli amici che ci sono, e a quelli che verranno è di scoprire la bellezza di perdersi in un’identità vissuta con spensierato coraggio.
Shana tovà a tutti voi e che il 5774 sia un anno dolce come il miele.

Alessandra Ortona, presidente Unione Giovani Ebrei d’Italia

(4 settembre 2013)