…Argentina

La Repubblica di Argentina non consente il rientro della salma di Erich Priebke a Bariloche, una sorta di enclave di espatriati nazisti, in fuga dall’Europa all’indomani del crollo della Germania (una buona parte di questi passati per l’Italia grazie all’aiuto di settori non marginali della Chiesa cattolica, austriaca, tedesca e anche italiana, come ha dimostrato con ricchezza di particolari Uki Goñi nel suo ”Operazione Odessa”, Garzanti). Non è un ripensamento dell’ultim’ora, ma è parte di un processo di riflessione a cui noi, non abbiamo mai prestato attenzione a sufficienza.
Bisognerebbe capire che cosa è successo in America Iberica nell’ultimo decennio per comprendere il perché di questa decisione. Per esempio chiedersi che cosa ha significato, per un paese come l’Argentina liberarsi non solo del suo passato golpista, ma anche di quello populista, cosa ha voluto dire l’atto del presidente Néstor Kirchner che nel 2003 annullò le leggi d’impunità volute dal governo neoliberale e populista di Carlos Menem dando corso ai processi per violazioni di diritti umani che in questo momento tengono in carcere con condanne definitive quasi 700 repressori e con 3.000 processi ancora in corso. E con ciò forse saremmo anche in grado noi qui di riflettere sulla nostra storia: su come l’abbiamo raccontata, su come non siamo disposti ad affrontarla e su come abbiamo fatto di tutto per archiviarla. Per esempio mettendola in un armadio e avendo cura che le sue porte fossero dalla parte del muro, per far sì che qualcuno non avesse la malagurata intenzione di aprirlo.

David Bidussa, storico sociale delle idee‎

(13 ottobre 2013)