Qui Milano – Yad Vashem onora le famiglie Aldrovandi e Mazzanti
Celebrare la semplicità di gesti straordinari, e la naturalezza di scelte coraggiose. Tanti sorrisi e tanta commozione a Milano nella sala Jarach del Tempio centrale, per la solenne cerimonia di consegna della Medaglia di Giusti tra le Nazioni ai coniugi Giulia e Antonio Aldrovandi e Rachele e Armando Mazzanti che negli anni bui dell’occupazione nazista rischiarono la propria vita per salvare la famiglia Weisz, avvisandola dei pericoli, e impegnandosi per dare un rifugio ai due bambini, Piero e Liana, di otto e cinque anni, che per un anno abitarono insieme alla famiglia Aldrovandi in un paesino sul Lago D’Orta, fatti passare come figli di un fratello residente in una città già occupata dagli Alleati. Oggi la loro generosità è stata ufficialmente riconosciuta dallo Yad Vashem di Gerusalemme, e le medaglie affidate ai figli di Giulia e Antonio, Giuseppina e Sandro, all’epoca due ragazzini di 14 e 11 anni, che con i piccoli Weisz svilupparono un’amicizia profonda che dura ancora oggi, e a uno dei nipoti di Rachele e Armando, Davide, alla presenza di tanti altri parenti e amici delle due famiglie di tre diverse generazioni. Alla cerimonia hanno preso parte il presidente della Comunità di Milano Walker Meghnagu e il rabbino capo Alfonso Arbib, il giornalista Gad Lerner e l’addetta dell’Ambasciata d’Israele Sara Gilad, oltre ai due protagonisti della storia, i salvati, Liana e Piero, che hanno condiviso con il pubblico i ricordi “di quell’anno strano in cui noi bambini di città, ci ritrovammo a vivere in campagna, circondati da creature strane come i conigli, con una famiglia che non era la nostra, eppure ci ha fatto sempre sentire come a casa” ha sottolineato Piero.
“Non esiste un riconoscimento nel mondo in cui viviamo all’altezza di quello che hanno fatto i signori Aldrovandi e Mazzanti. Salvare bambini, vite umane. Non per ricevere una ricompensa, ma solo per fare la cosa giusta da fare. È qualcosa di straordinario” ha dichiarato Meghnagi.
“Nessuna epoca e nessuna società è immune dal rischio che per colpa dell’indifferenza accadano nuove ingiustizie. Penso a quello che è successo nei nostri mari, ma anche alla notizia di una ragazzina di 15 anni di etnia Rom prelevata dal pullman della sua gita scolastica per essere espulsa insieme alla famiglia – ha ricordato Gad Lerner – Credo che riconoscere oggi i Giusti tra le Nazioni serva anche a questo”.
“Fare qualcosa di contrario alla legge, per obbedire a un imperativo morale superiore non è affatto facile – ha evidenziato rav Arbib – Non solo perché allora il prezzo che si rischiava di pagare era la vita, ma anche perché voleva dire non solo pensare controcorrente, ma anche scegliere di agire, senza farsi bloccare da dubbi o tormenti. Per questo dobbiamo essere infinitamente grati a persone come i coniugi Aldrovandi e Mazzanti”.
A consegnare le medaglie per l’ambasciata d’Israele è stata Sara Gilad. Tutto intorno i figli, nipoti e pronipoti di quegli eroi della quotidianità, capaci di compiere qualcosa di straordinario nel modo più normale possibile. Nuove generazioni pronte a prendere l’impegno di continuare a ricordare e trasmettere il messaggio di giustizia. Per non dimenticare e per mantenere vivi non solo la memoria, ma soprattutto il significato delle gesta dei propri nonni.
Rossella Tercatin twitter @rtercatinmoked
(17 ottobre 2013)