Una fragile armonia
Pochi giorni fa, in un cineclub genovese, mi è capitato per caso di vedere un film del regista israelo-americano Yaron Zilberman dal titolo “Una fragile armonia” (“A late Quartet”). Il film, di un equilibrio stilistico davvero apprezzabile, affronta – in un intreccio concitato, ma assai credibile – il conflitto tra la vita dei professionisti della musica classica e il mondo dei loro affetti privati. Un cast straordinario, una sceneggiatura sobria (che rivela la mano di un regista-documentarista, attento ai particolari), i primi piani eccellenti, i dialoghi intrisi di pathos leggerissimo e di quasi impalpabile umorismo ebraico rendono questo film una fonte di emozioni raffinate e mai forzate. Chi ama e conosce il mondo della musica classica, ma anche chi ne sa poco, potrà trovare spunti su cui riflettere, allusioni discrete e complesse che lasciano libero spazio alle interpretazioni soggettive (e che fanno assolutamente perdonare un paio di scene prevedibili). Un’ottima occasione per riflettere sull’intensità della passione per l’arte che permea qualsiasi altro umano sentimento. Il film, di produzione americana, è del 2012.
Laura Salmon, slavista
(8 novembre 2013)