Qui Firenze – La luce dei Giusti
C’è chi si è rifugiato in campagna, chi ha preferito restare in città, chi ancora ha avuto salva la vita grazie al coraggio di un Giusto. Otto testimoni diretti della persecuzione antiebraica in Toscana, una domanda con tante possibili risposte: dove eravate il 6 novembre del 1943? Federico Benadì, Anna Cabibbe, Giulio Canarutto, Umberto Di Gioacchino, Lionella Neppi Modona, Guidobaldo Passigli, Paolo Salmon, Giuseppe Viterbo. Sono loro i protagonisti della grande commemorazione solenne in sinagoga che chiude giornate ricche di appuntamenti e iniziative. Dalla marcia silenziosa organizzata in collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio allo svelamento dell’opera che, al binario 16 della Stazione Santa Maria Novella, ricorda l’orrore che si consumò in quegli spazi con la deportazione di centinaia di persone verso i campi di concentramento nazisti. Sinagoga gremita con tanti fiorentini, rappresentanti istituzionali e cittadini comuni, che hanno voluto testimoniare la loro vicinanza alla Comunità. A fare gli onori di casa il presidente della Comunità ebraica Sara Cividalli, che spiega come per la commemorazione in Tempio non siano previsti discorsi ufficiali ma soltanto testimonianze. In sala, tra gli altri, l’arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori, alcuni parlamentari toscani, leader dell’Italia ebraica. Sul palco sale anche il rabbino capo rav Joseph Levi, che legge due salmi. Il primo, il numero 10, evoca la sorveglianza divina contro i malvagi. Il secondo, il 124, riconosce il ruolo imprescindibile del divino nella conservazione del popolo ebraico e di tutta Israele. Successivamente interviene Marta Baiardi, chiamata a ricostruire quel drammatico momento storico e contestualmente ad addentrarsi nei meandri degli ingranaggi persecutori con chiara e inequovicabile responsabilità italiana e ad aprire interrogativi ancora irrisolti. Come l’esatta dimensione quantitativa degli arresti di quel novembre nero a Firenze e Siena. “La Shoah è una tragedia di tutti, che interroga tutti” sottolinea Baiardi. Ci si ritrova infine davanti alla lapide nei giardini del Tempio dove rav Crescenzo Piattelli, rabbino di Siena, recita un kaddish alla memoria di tutte le vittime. La preghiera El Male Rachamim, specificamente dedicata alla Shoah, è invece letta dal rav Umberto Sciunnach.
L’orrore della persecuzione, il coraggio dei giusti. L’appuntamento è adesso con due nuove iniziative in sinagoga: il 18 novembre il riconoscimento dello Yad Vashem a Gino Bartali, campione di ciclismo ma anche staffetta clandestina e protettore di ebrei. Il 5 dicembre, ultimo giorno di Chanukkah, saranno invece onorate le figure dei Giusti Elena Cecchini e Vittoria Valacchi, con quest’ultima ancora in vita. Una scelta non casuale. Un impegno che si è voluto onorare in quella precisa data perché se è vero che i lumi di Chanukkah si accendono la sera, spiega Cividalli, “tutta la giornata è colma di luce e di gioia”. Quella stessa luce che i Giusti hanno portato “nel buio tempo dell’oppressione nazifascista”.
Adam Smulevich – twitter @asmulevichmoked
(10 novembre 2013)