Qui Milano – Meghnagi e Ovadia a colloquio e il Consiglio dibatte del caso
Lo ha pubblicamente annunciato attraverso un’intervista al Fatto Quotidiano, ma la discussa richiesta di cancellazione dagli elenchi comunitari non ė ancora mai arrivata a destinazione. Il Consiglio della Comunità di Milano ha discusso anche del caso Moni Ovadia e in questa occasione il presidente Walker Meghnagi ha riferito di una sua conversazione telefonica con l’attore dai toni cordiali e distensivi e di aver deciso con lui di incontrarsi presto per proseguire il confronto.
“Ho chiamato personalmente Moni Ovadia alla fine della scorsa settimana. Non mi trovo d’accordo con nulla di quello che dice, e definire la Comunità ‘un’agenzia di propaganda per Israele’ è di una gravità inaudita, anche dal punto di vista della sicurezza, però ho pensato che quella telefonata avrebbe fatto bene sia a lui sia a me – ha spiegato – Abbiamo parlato una decina di minuti, in maniera piacevole. Moni Ovadia ha apprezzato il gesto, io mi sono scusato, a livello personale e non nel mio ruolo di presidente, delle mie dichiarazioni al Corriere nei suoi confronti e lui ha espresso rammarico per certe cose, e ci siamo dati appuntamento tra una settimana o dieci giorni per risentirci e magari incontrarci quando tornerà dalla Sicilia dove si trova ora in tournee’.
Nei giorni successivi all’intervista di Ovadia, Meghnagi aveva espresso parole molto dure verso l’artista: “Non mi pare una grande perdita, non credo che nessuno piangerà dopo queste parole incoscienti e pericolose”.
Della vicenda si è a lungo dibattuto nel corso del Consiglio, con un’importante precisazione di Daniele Cohen vicepresidente e membro del Comitato promotore del festival Jewish and the City, da cui Ovadia lamentava nell’intervista una esclusione per una censura delle sue idee. “Non entro nel merito delle scelte del festival, perché penso che nessuna rassegna culturale o artistica al mondo debba in alcun modo giustificare la scelta di non invitare qualcuno a esserne protagonista”.
Stefano Jesurum, pur sottolineando di non condividere in nulla le posizioni espresse da Moni Ovadia sulla Comunità ebraica, né su Israele, ha invitato comunque il Consiglio a riflettere su un malessere che effettivamente prova una parte della Comunità, anche se forse quella più lontana dalla sua vita quotidiana. “Io rappresento una parte di iscritti che si sente a disagio e non sente che le proprie idee e opinioni trovino spazio e collocazione nel dibattito pubblico e nella vita della Comunità” ha sottolineato Jesurum. Le sue affermazioni hanno dato luogo a una vivace polemica con Meghnagi dopo avere espresso delle perplessità circa alcune prese di posizione pubbliche del presidente. Dopo qualche minuto di tensione in cui la riunione è stata sospesa, la seduta di Consiglio è ripresa e si è poi conclusa regolarmente.
(13 novembre 2013)