Melamed – Innovazione e educazione ebraica protagoniste ad Arachim

archSi sta svolgendo a Madrid in queste ore Arachim 6, il seminario pratico rivolto ai direttori di scuole ebraiche, di corsi di studi ebraici e fondazioni che promuovono l’educazione ebraica in Europa il cui tema, quest’anno è “Guidare l’innovazione o inseguire il cambiamento? L’educazione ebraica di oggi e di domani”. Organizzato dall’ECJC-European Council of Jewish Communities in collaborazione con l’American Jewish Joint Distribution Commitee, è l’occasione per discutere di come stia cambiando il ruolo degli insegnanti e di quali sfide questo comporti per gli educatori, anche in riferimento all’uso delle tecnologie.
Rav Roberto Della Rocca, Direttore del Dipartimento Educazione e Cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, ha avuto ieri un notevole successo con il suo intervento, intitolato “A synthesis of possibilities – stimulating dialogue between the diverse expressions of Jewish culture and practice that characterise XXI century jewishness.” (Sintesi di possibilità – stimolare il dialogo fra le differenti espressioni della pratica e della cultura ebraica che caratterizzano l’ebraismo del XXI secolo”. Partendo dalla consapevolezza che l’ebraismo italiano ha delle sue caratteristiche peculiari che non permettono di inquadrarlo facilmente in una delle correnti odierne, per la sua capacità di integrare l’enorme patrimonio della tradizione con le caratteristiche di apertura e civiltà che permettono l’integrazione con la società contemporanea, il rischio – ha spiegato il rav – è che venga percepito come “insipido, e pericolosamente propenso a evitare il dibattito sulle questioni che si trova ad affrontare l’ebraismo moderno”. Quindi, ha spiegato, “Si rende necessaria la ricerca di un approccio più positivo e propositivo, che non ci faccia focalizzare solo sull’idea di ebrei come vittime”. Le differenze esistenti oggi all’interno degli ebrei italiani devono essere percepite come una realtà da valorizzare, come una ricchezza, come è avvenuto in passato.
Dopo aver raccontato come il dipartimento che dirige proponga attività pensate specificamente in questa ottica, spiegando con svariati esempi come si svolgano le iniziative che organizza in tutta Italia, rav Della Rocca ha continuato sottolineando come “le attività culturali non devono essere solo uno strumento di socializzazione: sono il mezzo per rinforzare e preservare l’identità ebraica. Nella frammentazione latente nell’ebraismo italiano dei nostri tempi la cultura è una forza unificante. Il coinvolgimento di punti di vista differenti nell’ambito di iniziative comuni aiuta a far crescere la comprensione delle differenze, e un approccio costruttivo.” E l’importanza dello studio, soprattutto dello studiare insieme ha un valore enorme soprattutto per i giovani, di cui si preoccupa il rav: “Dobbiamo riuscire a coinvolgere le giovani generazioni con proposte serie di studio e di attività che li preparino a rapportarsi con la società e la cultura circostante. In questo modo non saranno solo fotocopie sbiadite dei propri genitori – di cui non condividono la storia – e saranno in grado di crescere in maniera autonoma con una identità ebraica rinforzata, ma propria, personale.”

Ada Treves twitter @atrevesmoked

(18 novembre 2013)