…testimonianze
Mi imbatto solo adesso in un piccolo libro, Un anno a Treblinka di Yankel-Yakov Wiernik, pubblicato in italiano solo quest’anno a cura di Livio Crescenzi e Silvia Zamagni per Mattioli 1885, ma uscito già nel 1944 clandestinamente in Polonia e poi nel 1945 in inglese negli Stati Uniti. In Italia non era mai stato tradotto prima d’ora. Wiernik era un falegname ebreo deportato nel 1942 dal ghetto di Varsavia e sopravvissuto a Treblinka, grazie alla sua abilità professionale, fino alla rivolta del campo del 2 agosto 1943, di cui fu uno degli organizzatori e in cui riuscì a fuggire. A Varsavia, dove tornò sotto un nome “ariano”, entrò in contatto col Bund e fu sollecitato a scrivere questa memoria. Negli anni Cinquanta si trasferì in Israele. Fu fra i testimoni del processo Eichmann, e la sua deposizione è pubblicata in appendice a questa edizione italiana. E’ un testo straordinario, atroce ed asciutto, un testo che ci aiuta ad illuminare un episodio altrettanto straordinario e assai poco conosciuto dai lettori comuni, quello della rivolta nel campo di sterminio di Treblinka. Ed è un testo, dal momento che si tratta di una testimonianza diretta, su cui si accaniscono i siti negazionisti per poter continuare a negare l’esistenza delle camere a gas.
Anna Foa, storica
(18 novembre 2013)