…pentimenti
Benissimo allora: si è pentito. La Shoah è tornata a essere una tragedia vera e non una battuta da osteria, il rispetto per gli sterminati è stato ristabilito, e tutti siamo contenti: lui si è pentito e ha fatto ammenda con un pranzo in ghetto. Nel frattempo, tuttavia, ciò che è stato detto è stato detto, il suo messaggio è stato inviato: i suoi fedeli sanno benissimo come il capo legga le cose del mondo; le sciagure altrui, così come ogni altro evento, sono in pura funzione della sua augusta esistenza. Ma le lacrime non lavano le offese, e il danno fatto alla lettura della storia è insanabile, perché ogni granello portato alla causa derisoria e sminuente della Shoah è un passo in più verso la sua strategica e definitiva banalizzazione. Primo Levi e altri sei milioni circa non dormono tranquilli nelle loro tombe mancate.
Dario Calimani, anglista
(19 novembre 2013)