…pregiudizio

Il rapporto pubblicato la scorsa settimana dall’Agenzia per i Diritti Fondamentali (FRA) dell’UE sulle percezioni dell’antisemitismo da parte degli ebrei europei ha suscitato molto interesse. Nelle sue conclusioni la FRA raccomanda di prendere molto sul serio le sensibilità della popolazione ebraica e suggerisce anche un maggior coinvolgimento delle comunità organizzate nell’elaborazione di strumenti legali ed educativi preventivi di pregiudizio, molestie e aggresioni. Un’elaborazione più approfondita dei dati dell’indagine mette in luce altri aspetti degni di nota. Uno di questi riguarda la frequente colpevolizzazione delle comunità ebraiche europee in relazione agli avvenimenti in Medio Oriente e alle scelte politiche del governo israeliano in carica. Gli ebrei della diaspora – e ovviamente in Italia – non possiedono alcun potere di influenza sul governo d’Israele, ma i dati dell’indagine confermano che tale sovrapposizione e confusione esiste di fatto nella mente della maggioranza degli europei, benevoli o più spesso malevoli, come dimostrano tanti clamorosi recenti esempi. Ciò che è più interessante è il livello di correlazione che esiste fra questa cocciuto e pericolos stravolgimento semantico, e la sua matrice ideologica di provenienza. Nell’indagine sono state esaminate quattro fonti possibili di pregiudizio antiebraico: dalla destra politica, dalla sinistra, da parte musulmana, e da parte cristiana. Per quanto riguarda la confusione fra ebrei della diaspora e governo di Israele, la correlazione drammaticamente più forte è quella con il pregiudizio proveniente dalla sinistra, seguita a una certa distanza dal pregiudizio di matrice musulmana. I pregiudizi antiebraici provenienti dalla destra politica e dalla parte cristiana sono invece maggiormente correlati con gli aspetti classici dell’antisemitismo, come il supposto eccessivo potere degli ebrei nella società. Questi ultimi aspetti non sono certo da trascurare, ma tutti sanno che il fattore di maggiore tensione quotidiana è legato al conflitto in Medio Oriente. Questo tipo di provocazione viene alimentato soprattutto da organi rappresentativi, canali di comunicazione, gruppi di pressione e personaggi pubblici a sinistra del centro politico. E su questo sarebbe necessario e in primo luogo onesto che si svolgesse un’approfondita riflessione autocritica.

Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme

(21 novembre 2013)