Linguaggi – Arabraico
Un articolo di qualche giorno fa apparso sul Giornale dal titolo “Tra gli arabi si afferma l’«arabraico»” (16/11/2013), citava uno studio presentato da due linguisti, Abed Rahman Mar’i e Rubik Rosenthal, con il nome di “Walla Be-Seder”, inerente all’entrata e all’acquisto di termini ebraici nel vocabolario degli arabi-israeliani. Un fenomeno non nuovo e visibile del resto anche all’inverso, nell’ebraico moderno, con numerosi termini arabi adottati grazie al contatto con la minoranza araba e all’influsso di ‘olim di provenienza maghrebina e orientale.
Per quanto non si possa parlare certo di una vera lingua e forse per adesso neanche di pidgin, – quanto probabilmente nel caso arabo si tratterebbe di un code-switching dovuto al bilinguismo arabo/ebraico – è senza dubbio un fenomeno da non trascurare, che dimostra come ancora una volta la lingua possa diventare un punto di incontro “dal basso” e nel quotidiano.
Se come afferma anche l’ipotesi di Sapir-Whorf, che “il modo di esprimersi influenzi a sua volta il modo di pensare” e una data visione del mondo, anche la condivisione di una sola parola potrebbe essere alla base per un pensiero in comune, e quindi portare alla consapevolezza un domani di una più estesa comprensione reciproca.
Francesco Moisés Bassano, studente
(29 novembre 2013)