In cornice – Warhol Milano-Tel Aviv

liberanomeLe mostre di Andy Warhol allestite contemporaneamente al Museo di Tel Aviv e al Palazzo Reale di Milano, permettono di confrontare questi due spazi espositivi e in genere il mondo espositivo italiano e israeliano. Ecco alcune annotazioni:
a) i palazzi storici sono meno adatti per godere appieno delle opere perfino di un pittore come Andy Warhol. A Tel Aviv, dove le sale sono ben più spaziose, le grandi tele “respirano” meglio; in una delle sale a Palazzo Reale sono state presentate sia quadri, sia sculture/installazioni, ma il risultato non è stato un granché. Il problema maggiore è dato dai soffitti bassi dei palazzi storici che spesso disturbano la fruizione delle opere
b) i grandi spazi espositivi, come Tel Aviv, richiedono mostre più impegnative. Non c’è dubbio che la collezione Mughrabi visibile in Israele è di maggior levatura rispetto a quella Brandt ora a Milano: più opere, più grandi, più importanti. A prima vista, però, questa differenza non emerge, perché a Milano le sale sono molto più numerose, e il pubblico aspetta di scoprire qualcosa di sensazionale più avanti.
c) la sezione didattica è meglio integrata nei palazzi storici, e le scolaresche o i ragazzi seguono più o meno lo stesso percorso degli adulti. Infatti a Palazzo Reale è facile ricavare uno o due stanze alla didattica, a Tel Aviv bisogna invece spostarsi al piano inferiore, dove ci sono ambienti più raccolti.
d) nei palazzi storici i gruppi si muovono male, si creano spesso ingorghi di fronte ai capolavori.

Ecco solo alcune annotazioni, forse un po’ di parte. Del resto, la mostra di Warhol di Tel Aviv, con l’aggiunta in fondo anche di un paio di Basquiat di alto profilo è certamente da non perdere

Daniele Liberanome, critico d’arte

(23 dicembre 2013)