…musei

Ecco che sta nascendo. Fondato nel 2005 in joint venture fra città di Varsavia, Stato e Association of the Jewish Historical Institute of Poland, nell’autunno di quest’anno verrà ufficialmente aperto il nuovo Museo della Storia degli ebrei polacchi. Si tratta di un evento culturale di straordinario significato per l’Europa. Sulle ceneri del ghetto di Varsavia – che è parte integrante della memoria nera del continente, ma anche gloriosa di donne e uomini coraggiosi e disperati che combatterono – si sta concretizzando un progetto culturale che va al di là della realizzazione di una semplice esposizione. E’ la storia stessa che lo impone, nel luogo dove settant’anni fa l’ebraismo polacco venne cancellato. La curatrice Barbara Kirshenblatt-Gimblett, ebrea newyorchese con profonde radici polacche, ha pensato a un museo moderno, che viva nel segno di un rinnovamento dell’ebraismo polacco (lo ricordava in un incontro milanese questa primavera). Una sfida che non mancherà di scontrarsi con critiche e difficoltà di ogni tipo. In effetti la politica della memoria dello sterminio nei decenni successivi alla guerra ha conosciuto momenti diversi: celebrativi (con la creazione già nel 1948 del monumento un po’ ipocrita a Mordechai Anielewicz e alla rivolta del ghetto), polemici (con il tentativo prima di rimozione e poi di appropriazione polacca del campo di Auschwitz-Birkenau), infine concilianti, con l’inaugurazione di una politica culturale nel segno della condivisione europea della memoria. Ora questo enorme e bellissimo cubo creato dallo studio finlandese Lahdelma & Mahlamäki si impone come un ulteriore tentativo di elaborare la memoria, andando oltre il massacro e promuovendo un percorso di conoscenza di una storia e di una cultura ebraica che hanno contribuito in maniera fondamentale a costruire quella che comunemente chiamiamo identità europea. Mi sembra questa una chiave di lettura decisiva, che deve spingere a lavorare con impegno per ridare voce ai vivi, oltre che per commemorare i morti. Legare cioè la necessaria riflessione sul buco nero dello sterminio, a una altrettanto necessaria rivisitazione di quella che fu la vita ebraica prima, per una necessaria valorizzazione della vita ebraica oggi. L’Europa (e la Polonia, e l’Italia…) senza ebrei semplicemente non è. Il nuovo museo di Varsavia è stato creato per questo.

Gadi luzzatto Voghera, storico

(10 gennaio 2014)