Qui Roma – Nuove pietre della Memoria scrivono il dolore della città
Incastonate nei marciapiedi, davanti ai luoghi dove vite innocenti furono inesorabilmente spezzate. Prove tangibili, tra arte e Memoria, dell’orrore della deportazione. Sono le stolpersteinen, le ormai celebri ‘pietre d’inciampo’ ideate dall’artista tedesco Gunter Demnig per far sì che l’oblio non avvolga le città d’Europa. Per il quinto anno consecutivo l’iniziativa, curata per Arteinmemoria dalla storica dell’arte Adachiara Zevi sotto l’alto patronato della Presidenza della Repubblica e con il patrocinio di Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e Comunità ebraica di Roma, arriva tra le strade della Capitale. L’obiettivo è quello di sensibilizzare la cittadinanza alla Memoria con inciampi non tanto fisici quanto visivi e mentali che costringano chi passa a interrogarsi su quelle diversità e agli abitanti della casa a ricordare quanto accaduto in quel luogo e in quella data “intrecciando continuamente il passato e il presente, la memoria e l’attualità”.
Questa mattina, alla Casa della Memoria e della Storia, la conferenza stampa di presentazione con interventi di Adachiara Zevi, Flavia Barca (assessore alla Cultura di Roma Capitale), Sabrina Alfonsi (presidente Municipio Roma I), Valerio Barletta (presidente Municipio Roma XIV), Elvira Di Cave (assessore alla Memoria della Comunità ebraica di Roma), Alessandra Staderini (storica), Annabella Gioia (direttrice Istituto Romano per la Storia d’Italia dal Fascismo alla Resistenza). Lunedì e martedì le 15 apposizioni aperte a tutta la città.
“Le pietre d’inciampo a Roma tagliano il traguardo del quinto appuntamento con nuove storie da raccontare e con nuovi luoghi e nuove istituzioni che si aprono a questa sfida. Da quest’anno – spiega Zevi – siamo inoltre orgogliosi di accogliere tra i nostri sostenitori Roma Capitale la cui amministrazione ci sembra finalmente compatibile con i valori che intendiamo trasmettere”.
Con le 15 pietre del 2014 Roma arriva ad annoverare 206 stolpersteinen disposte nei differenti quartieri e municipi. “È una rete che si allarga sempre di più – commenta soddisfatta Zevi – e ciò in funzione delle esigenze delle singole famiglie che cercano dignità per la memoria dei loro cari. Non c’è solo Roma, anche altre città si stanno attivando. Penso ad esempio a Venezia, dove andremo domenica prossima”.
“Le pietre d’inciampo stimolano il ricordo, la ricerca, l’approfondimento di singole storie personali. Sono un’iniziativa preziosa, che efficacemente si impone all’attenzione dell’opinione pubblica in un momento in cui la vigilanza deve essere massima”, ha spiegato Elvira Di Cave. Lei stessa, nel 2015, farà apporre cinque stolperteinen in memoria dei suoi cari in Vicolo della Luce. L’assessore ha quindi illustrato i vari eventi organizzati dalla Comunità romana nel 2013 dando appuntamento, tra le varie iniziative, all’incontro (23 gennaio) con i Testimoni della Shoah in sinagoga. Tra gli ospiti il ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge.
La posa delle pietre a Roma avrà inizio davanti al portone del carcere di Regina Coeli in via della Lungara. Nell’occasione si renderà omaggio alla memoria di due vittime politiche del regime, Jean Bourdet (1919-1945) e Paskvala Blesevic (1920-1945). Entrambi deportati a Mauthausen trovarono la morte, il primo a Ebensee, il secondo a Gusen. A richiedere le stolpersteinen in loro memoria l’associazione nazionale ex deportati. Un appuntamento particolarmente significativo anche alla luce della recente commemorazione svoltasi a Regina Coeli – su impulso dell’Aned – in occasione del 70esimo anniversario delle deportazioni del 4 gennaio 1944. Una pagina d’orrore ancora poco conosciuta, nuovamente attuale anche nelle pagine del libro ‘La scala della morte’ – presentato ieri al Museo ebraico – che Grazia Di Veroli ha dedicato alla figura di Mario Limentani detto “Il Veneziano”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(10 gennaio 2014)