Qui Casale – La luce della Memoria
La lista è lunga: oltre 60 nomi difficili da pronunciare senza commozione, pensando che Foà, Carmi, Segre, Jaffe non sono solo cognomi, ma persone che hanno lasciato tracce e ricordi nella città in cui vivevano. E’ uno dei momenti più toccanti delle celebrazioni per la Giornata della Memoria che hanno avuto luogo alla Comunità Ebraica di Casale Monferrato.
La giornata che ogni anno ricorda tutte le vittime della Shoah nell’anniversario della liberazione di Auschwitz è cominciata in vicolo Salomone Olper con una presentazione letteraria. Protagonista Bruno Maida docente di storia contemporanea all’Università di Torino e autore di un toccante volume dal titolo “La Shoah dei Bambini” (ed Einaudi). E’ un libro che mette tutti di fronte alla riflessione su cosa abbiano significato le persecuzioni razziali per i bambini italiani “vittime tra le vittime”, ma che è attento a cogliere non solo lo sguardo dell’infanzia, ma anche la portata politica di una ferita difficile da sanare. Significativa in questo senso l’appendice alla discussione in cui Maida ha evidenziato le difficoltà subite dagli ebrei nel dopoguerra per rientrare in possesso delle proprie abitazioni espropriate, dei posti di lavoro che erano stati costretti ad abbandonare, Maida rivela che “ad alcuni per avere l’aiuto dello Stato fu chiesto un certificato del medico del campo dove furono internati”. La presentazione è stata introdotta dalla dottoressa Betty Masera ed è stata resa ancora più intensa da una piccola mostra che narra “in prima persona” la storia di 14 ebrei monferrini deportati nei campi di sterminio nazisti e curata dalla Gea Ferraris.
Subito dopo, di fronte all’installazione creata da Recalcati in memoria delle vittime della Shoah, la lettura dei nomi, in una staffetta che parte da Elio Carmi, vicepresidente della Comunità, passa dai ragazzi presenti e arriva fino al commissario di polizia cittadina Atos Vecchi.
Il testimone poi passa a Giorgio Ottolenghi presidente della Comunità, al sindaco di Casale Monferrato Giorgio Demezzi e ai sindaci del comprensorio quest’anno presenti Morano, Moncalvo, Mede e Sartirana. Insieme accendono i sette lumi a ricordo di sei milioni di ebrei vittime della Shoah e delle vittime non ebree. Una cerimonia semplice, cui hanno voluto partecipare centinaia di persone.
Le commemorazioni proseguiranno sabato 1 febbraio alle ore 21 al teatro Municipale di Casale Monferrato. L’associazione “C’era una Volta” con la regia di Massimo Biglia e Alessandro Azzarito ha infatti deciso di approfondire le tematiche che hanno dato origine due anni fa al docu-film “L’ora del tempo sognato” dedicato al salvataggio dei bambini della scuola ebraica di Torino da parte di Giuseppina Gusmano e Gioconda Carmi. Sono così tornati a girare per le vie di Casale un nuovo lungometraggio dal titolo “Io Sono” che vede la partecipazione ancora una volta di tantissimo ragazzi delle scuole casalesi. Quattordici storie che cominciano a Casale Monferrato e si concludono tragicamente ad Auschwitz, ma non raccontate al passato perché come spiega Biglia “il ricordo di quelle vicende deve essere sempre attuale” e la presentazione al teatro Municipale sarà un modo per tener viva la loro memoria.
Alberto Angelino
(28 gennaio 2014)