richieste…
“E tu darai ordine ai figli d’Israele…” (Shemòt 27, 20). Ci fa notare Rabbì Shmuèl ben Meyìr conosciuto con l’acronimo Rashbam, nel suo commento alla Torà, che la Parashà precedente quella di Terumà inizia con un linguaggio di richiesta: “’Di’ ai figli d’Israele che prendano per me un’offerta – terumà’ (Shemòt 25, 2). Questo perché l’offerta fatta dai figli d’Israele nel deserto era un evento unico, affinché potesse esser costruito il Mishkàn-Tabernacolo. Mentre in questa Parashà la Torà da un ordine che è eterno per tutte le generazioni. E cioè: “Prendi dell’olio d’oliva puro” per accendere la Menorà quotidianamente nel Santuario. Da ciò i Maestri deducono che ogni qual volta la Torà usa il linguaggio di comando, questo è sia un comando per quel determinato momento, sia per le generazioni future.
David Sciunnach, rabbino
(5 febbraio 2014)