…animali
Due notizie inquietanti dalla Danimarca: il divieto della macellazione rituale (shechitah) ebraica (e anche islamica) nel paese, e l’uccisione allo zoo di Copenhagen di Marius, una giraffa di due anni. Il divieto è motivato da criteri di “umanità” (o forse di “animalità”) al fine di evitare presunte sofferenze alla bestia. L’uccisione, eseguita con un colpo di pistola alla testa, è motivata da criteri di purezza genetica (o forse “razziale”) perché Marius era stato giudicato meno idoneo alla riproduzione rispetto a un altro maschio suo coetaneo. Dopo il colpo di grazia, davanti a un pubblico attonito di ragazzini la giovane giraffa è stata tagliata a pezzi e data in pasto ai leoni. Dunque, ricapitolando, è crudele macellare ritualmente un animale (kashèr) a uso alimentare di ebrei e musulmani, ma non è crudele uccidere un animale (pure kashèr: la giraffa ha l’unghia fessa e rumina) a uso alimentare dei leoni. A dir il vero, per saperne di più bisognerebbe chiedere agli animali interessati se sia meglio morire di shechitah o di pallottola. Resta il fatto che a parità di animale morto la differenza vera è quella dei consumatori della sua carne, e in Danimarca i leoni sono evidentemente da preferire agli ebrei (e ai musulmani). La dissonanza logica fra i due fatti ricorda per molti versi l’ideologia e la prassi del regime nazista e dei suoi seguaci, la delicata preoccupazione per la natura e la sfrenata crudeltà, l’attenzione all’eugenetica e l’utilizzazione di tutte le parti della vittima. In Danimarca, uno dei paesi più civili e felici d’Europa, c’è anche questo.
Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme
(20 febbraio 2014)