Calcio, tifo imbecille e cori antisemiti
“Fiorentini non italiani ma soltanto una massa di ebrei”. Torna a farsi sentire negli stadi italiani l’imbecillità, come la ha definita il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, di alcune frange di tifosi che sembrano non riuscire proprio a disfarsi della più becera retorica antisemita. Protagonisti dell’episodio, un gruppo di tifosi della Juventus che, durante la sfida di ieri tra bianconeri e Fiorentina, ha intonato il coro citato all’indirizzo della squadra viola e della sua curva. E così ancora una volta il calcio da semplice sport diventa valvola di sfogo e cassa di risonanza per razzismi e discriminazioni. Auspica provvedimenti il presidente UCEI Gattegna, ripreso dai principali quotidiani nazionali (tra cui Gazzetta dello Sport, Repubblica, Stampa, Corriere) per l’ennesimo episodio che “conferma quanto ancora resti da fare per sradicare odio e pregiudizio – sottolinea Gattegna – dove invece dovrebbero albergare valori di lealtà, passione agonistica, amore per lo sport”. “Speriamo che Juventus e giustizia sportiva intervengano” afferma Vittorio Pavoncello, presidente del Maccabi Italia e consigliere UCEI. Per ora dalla dirigenza juventina non sono arrivate dichiarazioni che poche settimane fa aveva dovuto condannare un altro oltraggio da parte dei suoi tifosi. Durante il derby con il Torino erano stato esposto uno striscione che inneggiava alla tragedia di Superga. E un’altra tragedia ieri è stata usata, questa volta dai tifosi della Fiorentina, per insultare gli avversari bianconeri: sono stati esposti striscioni e cantati cori che inneggiavano all’Heysel, lo stadio dove nel 1985 trentanove persone persero la vita. “Dopo decenni di presunta tolleranza zero, siamo sempre lì. Tanto varrebbe chiudere tutti gli stadi coinvolti, per il tempo che serve a bonificarli”, scrive Gianni Mura su Repubblica.
Non ci sono garanzie che si arrivi a un accordo finale con l’Iran sul nucleare. Le parole di Catherine Ashton, capo della diplomazia dell’Unione Europea, non devono aver destato lo stupore del premier israeliano Benjamin Netanyahu. Secondo la Ashton, in visita a Teheran, non è detto che le trattative tra il famoso gruppo dei 5+1 (Usa, Gran Bretagna, Francia, Russia, Cina e Germania) con la Repubblica islamica portino a un’intesa definitiva (Corriere della Sera) e Netanyahu in questi mesi ha sempre espresso dubbi e preoccupazioni sulla questione, invocando sanzioni contro l’Iran e opponendosi alla linea più morbida rispetto a Teheran.
Da Israele, intanto la notizia riportata su Nazione – Carlino – Giorno di una protesta di alcuni liceali, contrari all’obbligo della divisa per motivi politici. “Ci opponiamo alla occupazione dei Territori palestinesi” scrivono gli studenti in una lettera inviata a Netanyahu e sottoscritta da una cinquantina di coetanei.
“Tredici suore in cambio di 138 detenute nelle carceri siriane: il patto fra Al Qaeda e Bashar Assad risolve un sequestro durato tre mesi e che ha destato scalpore e al tempo stesso evidenzia nuovi equilibri di forze in Siria”. Maurizio Molinari su La Stampa racconta della liberazione delle tredici suore rapite in Siria lo scorso dicembre, sottolineando l’importanza della mediazione di Qatar e Libano per la buona riuscita dell’operazione.
Quando tutto questo sarà finito. L’attore Giole Dix (nome d’arte di Davide Ottolenghi) racconta la storia della sua famiglia durante la Shoah e della deportazione del padre. “Sapevo che mio padre custodiva una storia, ma per anni non sono riuscito a farmela raccontare”, afferma Dix, intervistato dalla Gazzetta Del Mezzogiorno, “finché un giorno mi sono seduto davanti a lui e gli ho detto ‘Papà credo sia arrivato il momento di tirare su questa saracinesca’”.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked
(10 marzo 2014)