…scacchi

Nel giorno del referendum sulla Crimea, che poi è anche Purim, mi cade l’occhio su un trafiletto del Corriere sui due grandi scacchisti Karpov e Kasparov, ambedue mobilitati su fronti diversi. L’uno, Karpov, sceso in difesa di Putin da vero campione del Cremlino, colui che paragonava lo scacco matto all’omicidio perfetto, l’altro, l’ebreo Kasparov, che attacca Putin ed avvisa il mondo che “più tardi s’affronta un dittatore, più alto è il prezzo da pagare”. Parlano come giocatori di scacchi, il gioco più profondo che esista, vera e propria metafora della vita. Non l’ho mai imparato, e me ne sono sempre sentita diminuita.

Anna Foa, storica

(17 marzo 2014)