…anniversari

Esattamente settant’anni fa, il 24 marzo 1944 alle 15 circa, i primi camion carichi di prigionieri partivano da via Tasso, la sede romana della Gestapo, e dal carcere di Regina Coeli verso le Fosse Ardeatine. Poche ore dopo, i trecentotrentacinque italiani destinati al massacro erano tutti morti. Fra loro, settantacinque ebrei. Per celebrare questo anniversario, ho riletto un piccolo testo straordinario, “Otto ebrei”, scritto da Giacomo Debenedetti nel settembre 1944, e apposto all’edizione di “16 ottobre 1943”. “Otto ebrei” si apre con una dichiarazione fatta durante il processo al questore Pietro Caruso dal commissario Raffaele Alianello, che afferma di aver depennato dalla lista di quanti erano destinati alla morte i nomi di otto ebrei, proprio perché ebrei. Da lì Debenedetti fa partire una riflessione acutissima sul ruolo degli ebrei e sul loro divenire da vittime fonte di benemerenza e patente di antifascismo. La riflessione di Debenedetti sembra contenere già molte delle problematiche e delle contraddizioni che animeranno il dibattito negli anni successivi e alimenteranno la costruzione memoriale della Shoah. E credo che questo sia un buon momento per leggerlo o per rileggerlo.

Anna Foa, storica

(24 marzo 2014)