Svezia, cresce l’allarme antisemitismo

Due giovani arrestati per aver provato un’irruzione nella sede della Comunità ebraica di Malmoe. È l’ultimo inquietante episodio di antisemitismo che riguarda la Svezia e una città, la terza per numero di abitanti, da tempo sotto i riflettori per la crescita esponenziale di episodi di violenza che rendono sempre più difficile una pacifica convivenza tra diverse culture e religioni.
L’accaduto risale alla scorsa settimana e vede protagonisti un gruppo di estremisti che, al termine di una manifestazione in cui più volte sono stati pronunciati slogan antisemiti, sceglie di dirigersi verso il centro comunitario sulla via Kamrergatan. Dopo alcuni tentativi di irruzione, arrestarsi all’ingresso del centro, i manifestanti sono costretti a desistere dal loro intento non rinunciando però a proferire nuove minacce indirizzate a chi si trovava all’interno della struttura.
L’identità dei due fermati non è stata notificata dalle forze dell’ordine. L’unico dato certo è l’età di entrambi, appena 18 anni. Presto potrebbero essere incriminati per violazione di proprietà privata e intimidazione. Secondo Fred Khan, presidente della locale Comunità ebraica, sarebbero inoltre in possesso di video e fotografie scattate all’esterno dell’edificio prima del loro arresto.
La Comunità ebraica conta all’incirca mille iscritti. Gran parte degli episodi di antisemitismo denunciati alla polizia avrebbero come responsabili appartenenti alla grande comunità islamica cittadina (circa un terzo degli abitanti). A gettare benzina sul fuoco, nel recente passato, sono stati anche autorevoli rappresentanti istituzionali. “Noi consideriamo ugualmente inaccettabile l’antisemitismo e il sionismo perché sono entrambe visioni razziste”, ha affermato il sindaco progressista Ilmar Reepalu alcuni anni fa.

(31 marzo 2014)