Qui Parigi – Quelle statistiche che inquietano
“Il calo degli episodi di antisemitismo in Francia che ci si aspettava dopo il drammatico aumento del 2012 non è avvenuto nella misura significativa che era legittimo attendersi. L’alto livello e la diffusione di minacce antisemite creano un ambiente ostile, in cui l’utilizzo di espressioni anti-ebraiche diventa sempre più comune e incoraggiato”.
Apre con queste parole la sintesi del Rapporto sull’antisemitismo in Francia nel 2013, realizzato dal Service de Protection de la Communauté Juive (SPCJ) e pubblicato nelle scorse settimane. Nel 2013, si legge, sono stati registrati 413 episodi, che rappresentano il 31 per cento in meno di quelli denunciati nel 2012, anno fra i più drammatici, con un totale di 614 atti antisemiti, compresa la terribile strage compiuta contro la scuola ebraica di Tolosa, in cui furono barbaramente uccisi tre bambini e un insegnante. Ma le statistiche mostrano comunque un aumento del 9 per cento rispetto al 2011 (389 denunce). E colpisce leggere anche il tipo di atti oggetto del triste monitoraggio: omicidi o tentati omicidi, aggressioni fisiche, vandalismi, oltre a diffamazioni, insulti e minacce attraverso mezzi di comunicazione tradizionali o tramite web.
Il documento indica come negli ultimi 14 anni in Francia il numero di episodi di antisemitismo in Francia si sia mantenuto costantemente alto.
A essere riportati sono tutti gli atti denunciati alle autorità francesi, lasciando dunque fuori episodi minori o non resi pubblici. Da esso emerge come a essere rivolto contro gli ebrei, che rappresentano circa l’1 per cento della popolazione, sia il 40 per cento degli episodi di violenza razzista nel paese.
Il documento del SPCJ contiene anche la geografia dell’antisemitismo, che sembra riguardare tutte le più importanti città francesi (Parigi, Marsiglia, Strasburgo, Lione, Tolosa), e ne approfondisce gli episodi più significativi.
Ricordando come sia necessario mantenere alta la vigilanza, e non stancarsi di ripetere che l’odio antisemita offende non le comunità ebraiche, ma l’intera società e valori di ogni nazione libera e democratica.
(1 aprile 2014)