arbitrio…
Per quale motivo l’albero della conoscenza del bene e del male si chiama in questo modo?
Solitamente, a livello elementare, si immagina che l’albero della conoscenza del bene e del male abbia avuto il potere di concedere la conoscenza del bene e del male ad Adam e Chavah. Ma se fosse veramente così sarebbe stato più logico chiamarlo “albero del bene e del male”.
Si potrebbe tuttavia interpretare l’albero della conoscenza del bene e del male come “l’albero di colui che possiede la conoscenza del bene e del male”.
Non è l’albero che concede la conoscenza del bene e del male, ma colui che ne mangia il frutto pretende di possedere la conoscenza del bene e del male.
Adam e Chavah ricevono un solo comandamento (Mitzvah) da parte di D-o: “Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti”.
Questa Mitzvah implica già il libero arbitrio dell’uomo: “potrai mangiare di tutti gli alberi”, “ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare”. L’uomo è libero di fare la sua scelta. Questo, in un certo senso, implica già la conoscenza della differenza tra il bene e il male: in questo caso il bene è l’osservanza del comandamento di D-o, il male è la trasgressione del comandamento di D-o. L’uomo è difronte alla libera scelta tra il bene e il male. Su questa base si deduce che la conoscenza del bene e del male era già parte della vita del primo uomo e della prima donna.
Ma allora perché l’albero della conoscenza del bene e del male si chiama così? Quale è il ruolo di questo albero simbolico?
Secondo un’interpretazione l’albero della conoscenza del bene e del male ha questo nome proprio per via del fatto che colui che ne mangia, attraverso l’azione di trasgredire il comandamento divino, si arroga il diritto di ignorare il comandamento e di mettere da parte la legge di D-o, di ritenersi detentore della conoscenza di che cosa sia giusto o sbagliato, di che cosa sia bene o male, indipendentemente dal volere di D-o. Come dire che l’uomo si arroga il diritto di sapere sempre cosa sia bene e cosa sia male per se stesso e per gli altri, indipendentemente dal comandamento di D-o. Ed è proprio quando l’uomo pretende di conoscere in assoluto che cosa sia bene e che cosa sia male per sé stesso e per il suo prossimo che iniziano i problemi. Proprio quando l’uomo crede di conoscere in assoluto il bene e il male, le conseguenze sociali si fanno pericolose. Ecco perché l’albero è chiamato “della conoscenza del bene e del male”.
Infatti, le conseguenze di questo umanesimo esasperato, al punto da ignorare il comandamento di D-o, non tardano a farsi vedere:
“Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni disegno concepito dal loro cuore non era altro che male”. “Ma la terra era corrotta davanti a D-o e piena di violenza. D-o guardò la terra ed ecco essa era corrotta, perché ogni uomo aveva pervertito la sua condotta sulla terra”.
Ecco che quando l’umanità si arroga il diritto di conoscere sempre che cosa sia il bene e che cosa sia il male per se stessa, ignorando il consiglio di D-o, la terra si riempie di violenza e tende ad autodistruggersi.
Paolo Sciunnach, insegnante
(14 aprile 2014)