Omer…

La conta dell’Omer, da Pesakh a Shavuòt, è anche una metafora di una progressiva ascesa verso la definizione di un’identità. Eppure, nel conteggio indichiamo i giorni passati anziché quelli che mancano all’atteso appuntamento della ricezione della Torah. Come se in una scalata di montagna, piuttosto che mirare il rifugio da raggiungere e chiederci con ansia quanta strada manchi al traguardo, preferissimo voltarci indietro e contemplare la salita percorsa. Una modalità di conteggio che ci insegna come la vita non è una gara. Anziché diventare ostaggi di ambiti traguardi, che forse non riusciremo neppure a raggiungere, si può acquisire maggior forza nel voltarci indietro e rinfrancarci per la strada percorsa e per i risultati raggiunti con fatica e sacrificio.

Roberto Della Rocca, rabbino

(20 maggio 2014)