La cultura è l’arma più forte
Miriam, Immanuel e gli altri sono stati trucidati sulla soglia di uno dei musei ebraici più interessanti d’Europa. La collezione permanente è incentrata su pezzi del periodo post-Emancipazione, ma soprattutto conserva dei quadri d’eccezione di artisti ebrei moderni della scuola di Parigi e dintorni. Accanto al solito Chagall, sono esposti dei Manè Katz, dei Ryback, e poi degli El Lissitzky e altri per un totale di oltre mille opere. E poi è tutto un fiorire di esposizioni temporanee che richiamano un buon afflusso di visitatori. Un luogo vivo e pulsante, che deve essere stato riconosciuto come tale anche dall’assassino. Ha approfittato del fatto che il museo non è collocato vicino alla Sinagoga, presidiata dalla polizia, secondo una scelta consueta in Europa.
Probabilmente, per motivi di sicurezza, ma anche ideali, i due luoghi dovrebbero essere tenuti vicini il più possibile. Ambedue rappresentano il passato, il presente e il futuro delle nostre comunità, se ben gestiti.
Daniele Liberanome, critico d’arte
(26 maggio 2014)