#IsraeleDifendeLaPace – La popolazione come “scudo umano”
L’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA) scopre ieri e denuncia, per la prima volta, la presenza di circa 20 razzi nascosti in una delle proprie scuole abbandonate a Gaza, attualmente usate come rifugio da circa 22mila palestinesi. In un comunicato presente sul proprio sito (http://www.unrwa.org/newsroom/press-releases/unrwa-strongly-condemns-placement-rockets-school“>http://www.unrwa.org/newsroom/press-releases/unrwa-strongly-condemns-placement-rockets-school) l’Agenzia chiede con forza il pieno rispetto dell’inviolabilità dei propri luoghi nella Striscia.
La condanna mostra come si stia notevolmente modificando l’atteggiamento di enti di solito non particolarmente teneri verso Israele, dando ancor maggior valore a quanto viene espresso. Si tratta, infatti, di una chiara dimostrazione di quanto sia stata sempre pesante la propaganda anti-israeliana, ma anche di quanto il fronte sbilanciato in questo senso si stia un qualche modo modificando nelle sue espressioni. Forse Hamas, questa volta ha tirato troppo la corda, o forse, anche grazie il disimpegno voluto a suo tempo da Sharon di quella parte di territorio, sta lentamente chiarendosi la differenza tra i “moderati” di Abbas e gli estremisiti di Hamas.
L’UNRWA, consapevole che l’essere stati usati come “scudi” porta a rischi enormi, non soltanto per la sicurezza del proprio staff, ma anche e soprattutto per i compiti stessi che l’Agenzia ha di assistere e proteggere i rifugiati palestinesi a Gaza, dopo aver informato le parti in gioco e preso le misure necessarie per rimuovere i razzi, ha dichiarato di voler procedere a trovare i colpevoli di questa azione che apertamente viola la condizione di neutralità dei suoi edifici che possono essere usati, in base alle leggi internazionali, esclusivamente per scopi umanitari.
Dovrebbe essere ormai chiaro di quanto sia necessario distinguere tra chi ha veramente a cuore la sicurezza delle popolazioni civili e chi invece usa la buona fede delle persone, direttamente coinvolte o meno nel conflitto in atto, in modo assolutamente irresponsabile.
Paola Pini
(18 luglio 2014)