Fronte compatto contro l’odio

Fronte unito di solidarietà da parte del governo, delle diverse forze politiche, della società civile. È la risposta di Roma all’oltraggio delle nuove scritte antisemite cariche di odio che hanno sporcato i muri della Capitale. Un’azione così commentata dal presidente della Comunità ebraica Riccardo Pacifici: “Roma non può diventare come Parigi dove gli ebrei sono assaltati, le sinagoghe circondate e girare con la kippà in testa, il copricapo ebraico, è un pericolo concreto. Siamo fiduciosi che le forze di sicurezza e le autorità politiche prenderanno in considerazione ogni iniziativa volta a prevenire ciò che la Francia ha sottovalutato per troppi anni”.
Ferma, come detto, la reazione degli organi istituzionali. E immediato l’impegno a reagire del presidente del Consiglio Matteo Renzi e dei più alti rappresentanti della politica nazionale.
“Le scritte antisemite apparse oggi in diverse aree della città sono una vergogna e un’offesa a tutti i romani. Mi auguro che siano al più presto individuati i responsabili di questo ignobile gesto che condanniamo con forza”, le parole del sindaco Ignazio Marino.
Da segnalare intanto un increscioso episodio avvenuto a Livorno nel corso dell’inaugurazione di “Effetto Venezia”, manifestazione culturale che ha il supporto dell’amministrazione cittadina.
Nell’area riservata all’evento era infatti apposto uno striscione con scritto “Fermare il genocidio a Gaza, Israele vero terrorista”. Una dimostrazione gratuita d’odio che ha portato il presidente della Comunità ebraica livornese Vittorio Mosseri a scrivere una lettera aperta al sindaco Filippo Nogarin, oggi riportata dal quotidiano Il Tirreno.
“Questo striscione, diffondendo false verità – scrive Mosseri – non fa che alimentare l’odio verso Israele e di conseguenza verso gli ebrei. Gioca, in maniera subdola e pericolosa, su quel confine sempre più labile e pretestuoso tra anti-israelismo e antisemitismo. In Israele, anche senza ‘guerre’ in atto, le famiglie la mattina si separano: il padre porta un figlio a scuola con un autobus, la madre un altro con un altro autobus, così, se un veicolo viene fatto saltare in aria da un terrorista che si imbottisce di esplosivo, almeno non tutta la famiglia viene annientata. Questa è l’atmosfera che si vive in Israele, questa è l’ansia che si respira per il terrore di non ritrovarsi la sera, al rientro. Si può dire lo stesso per Hamas? Israele non è in conflitto con i palestinesi, ma con i terroristi palestinesi”.

(29 luglio 2014)