Weisz, un torneo contro l’oblio
Un campione di tattica e umanità, il dominatore di tre campionati, un grande tecnico scomparso per anni dalla memoria collettiva e solo ultimamente riportato agli onori che merita.
Vita, morte, oblio, riscoperta di Arpad Weisz (1896-1944), il tecnico ungherese che avrebbe segnato gli anni Trenta del calcio italiano e che la furia nazifascista avrebbe condannato a un’orribile morte, assieme ai familiari, nel lager di Auschwitz.
Nuovamente protagonista nel solco della biografia “Dallo scudetto ad Auschwitz” scritta nel 2009 da Matteo Marani per Aliberti, Weisz sarà prossimamente al centro delle cronache per la seconda edizione del torneo internazionale a lui dedicato.
Scenario, in data 4 settembre, lo stadio Dall’Ara di Bologna. Nello stesso impianto, per quattro anni, Weisz avrebbe regalato spettacolo guidando la squadra felsinea alla conquista di due scudetti.
Prima ancora, nel periodo di permanenza all’Ambrosiana (oggi Inter), il primo scudetto conseguito all’età di 33 anni (più giovane allenatore ad ottenere questo risultato) e la scoperta di un giovane atleta che avrebbe fatto strada: Giuseppe Meazza.
Sono proprio Bologna e Inter le società promotrici dell’evento unitamente alle rispettive Comunità ebraiche cittadine. Un impegno che ha portato alla realizzazione di una targa commemorativa e che vedrà i due presidenti, Daniele De Paz e Walker Meghnagi, intervenire prima del calcio di inizio con alcune riflessioni.
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(25 agosto 2014)