Qui Bologna – Un torneo per Weisz
Cappello calato, giacca nera, sorriso sbilenco e pallone di cuoio stretto tra le braccia, il “Josè Mourinho degli anni ‘30” si chiamava Arpad Weisz. Weisz, allenatore di calcio che ha inanellato trionfi con squadre italiane come il Bologna e l’Ambrosiana (che poi verrà universalmente conosciuta come Inter), verrà oggi celebrato nel torneo, giunto alla seconda edizione, che porta il suo nome. La storia dell’allenatore sempre vincente (nato a Solt e figlio di due ebrei ungheresi) è nel cuore dei grandi amanti del pallone ma non solo: all’apice del suo successo, dopo aver fatto vincere lo scudetto all’Inter, aver scoperto fenomeni come Giuseppe Meazza e salvato squadre sull’orlo del baratro, l’allenatore dovette lasciare il lavoro a causa delle leggi razziali. Iniziò per lui il drammatico errare in cerca di rifugio insieme alla famiglia e al suo inseparabile pallone. Fuga che finì drammaticamente ad Auschwitz, strappando i Weisz a qualsiasi appiglio. La sua storia è stata portata alla luce dal giornalista bolognese Matteo Marani, che gli ha dedicato nel 2007 il libro Dallo scudetto ad Auschwitz. Oltre ad una targa commemorativa dedicata ad Arpad allo Stadio Dall’Ara di Bologna, nel 2012 ne è stata posta una nello stadio che porta il nome del suo enfant prodige: il Giuseppe Meazza di Milano. Dopo aver disputato la prima edizione proprio a Milano, il torneo Arpad Weisz dà appuntamento a Bologna, al centro sportivo Cavina (e non allo Stadio Dall’Ara per lavori di manutenzione) nel quale dal primo pomeriggio, Milan, Inter e DVTK Miskolc affronteranno la squadra felsinea. L’iniziativa avrà il suo culmine alle 19 e 30 quando gli esponenti delle comunità ebraiche di Milano e Bologna consegneranno delle targhe da loro offerte. “Arpad Weisz è un eroe per la città – afferma il presidente della Comunità Ebraica locale, Daniele De Paz- Ogni anno lo ricordiamo insieme al Comune. Anche attraverso il ricordo di un eroe divenuto popolare come Arpad, il cui nome genera una partecipazione di massa da parte dei bolognesi ai quali fece conquistare i campionati 35-36 e 36-37, la Comunità ebraica si avvicina ai cittadini”. Perché le vittorie di Arpad Weisz, una delle menti più grandi del calcio italiano, non possono essere dimenticate.
Rachel Silvera
(4 settembre 2014)