“Non si strumentalizzino i sopravvissuti”
“È chiaro che stanno strumentalizzando i sopravvissuti, con cinismo”. Questa l’affermazione del presidente della Fondazione Museo della Shoah Leone Paserman riportata oggi dal Corriere della Sera.
Dopo quanto affermato sul notiziario quotidiano Pagine Ebraiche 24 (l’idea di inaugurare un museo all’Eur per il 27 gennaio è irrealistica e questa consapevolezza è condivisa gli con assessori di Roma Capitale preposti: grave illudere nel merito i Testimoni; l’eventuale spostamento all’Eur della mostra prevista al Vittoriano in quella data sarebbe tutt’altro che una certezza) Paserman oggi ribadisce: “Ho accettato l’incarico di presidente della Fondazione perché credevo nel progetto che mi era stato sottoposto. Ma se invece adesso si tratta di illudere i sopravvissuti, di vendere loro un sogno, allora, come ho già scritto al presidente Riccardo Pacifici, io non ci sto…”. E poi aggiunge: “A me dispiacciono due cose. Che nessuno mi abbia informato (dell’ipotesi Eur, ndr). E anche che stanno strumentalizzando i sopravvissuti, cinicamente, perché promettere di aprire un museo in quattro mesi…”.
Sempre sul Corriere, la testata che aveva per prima pubblicato la notizia del cambio di rotta sul museo (Alessandro Capponi – 31 agosto), l’intervento del vaticanista Gian Guido Vecchi. In un editoriale intitolato ‘La Memoria e l’urgenza’ che appare sulle cronache romane Vecchi si esprime infatti a favore dell’abbandono del progetto di Villa Torlonia e si dice certo che “una grande maggioranza della Comunità ebraica” appare d’accordo nell’abbandonare l’idea di Villa Torlonia. La riunione del Consiglio comunitario in programma stasera, si legge, offrirà inoltre “il buon esempio alle altre istituzioni coinvolte” e “farà chiarezza”.
Ancora il Corriere aveva riportato ieri alcune valutazioni del sindaco di Roma Ignazio Marino. “L’ho detto anche abbastanza sottovoce – ha spiegato il primo cittadino – c’è un progetto, io personalmente rimango fermo a ciò che conosco, ovvero il progetto (di Villa Torlonia) discusso dall’assemblea dei soci fondatori. Se la Comunità ebraica, come mi sembra di leggere dai giornali, ha delle proposte diverse, la sede è sempre l’assemblea dei soci e io sono a disposizione”. Quindi un’ulteriore precisazione: “Io purtroppo sono fatto così: lavoro sui documenti esistenti e non sulle voci. Se esiste una diversità di vedute che ha una sostanza razionale è evidente che se ne debba discutere. Al momento non ho documentazioni o indicazioni ufficiali se non voci che alcuni all’interno della comunità ebraica hanno pensieri diversi”.
Continua intanto il dibattito nell’opinione pubblica e tra gli addetti ai lavori su quale strada percorrere per garantire un futuro e una dignità concettuale al museo. In una lettera indirizzata al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il coordinatore della Rete Universitaria per il Giorno della Memoria Paolo Coen interviene a sostegno del progetto di Villa Torlonia sottolineando la validità del lavoro svolto degli architetti Luca Zevi e Giorgio Tamburini e il forte impatto simbolico di una scelta come quella dell’area adiacente all’ex residenza romana di Benito Mussolini.
“La mancata realizzazione del Museo della Shoah nell’area di Villa Torlonia – afferma Coen – si tradurrebbe per il Paese non solo in un’occasione persa, ma anche in un passo falso nel lungo cammino verso una moderna educazione alla cittadinanza. Per tali ragioni chi firma questa lettera si rivolge a Lei, gentile presidente, perché faccia propria la causa della realizzazione del Museo della Shoah nell’area di Villa Torlonia secondo il progetto originario; perchè imprima una decisa accelerazione al processo di realizzazione dell’opera; perché per il 27 gennaio 2015 promuova una mostra temporanea fondata sui materiali del Museo della Shoah e sul progetto del museo stesso, nell’attesa che venga ultimato”.
Una nota anche dal vicesegretario romano del Partito Democratico Luciano Nobili. “Io credo che Roma meriti il Museo della Shoah. Che meriti un’opera importante, come in tante altre capitali europee, un’architettura contemporanea – scrive – che racconti quello che è accaduto e che non deve mai più tornare e che sappia coniugare nella sua stessa costruzione, memoria e futuro. Rinunciarvi sarebbe un grave errore. Sopratutto adesso che siamo ad un passo e che l’avvio dei lavori può avvenire in tempi certi e rapidi”.
Afferma ancora Nobili: “Ora che ci siamo quasi, di fronte al legittimo grido di dolore lanciato da Piero Terracina, si ipotizza uno spostamento all’Eur, in un’anonima galleria commerciale”. Galleria che forse garantirebbe una riduzione dei tempi di realizzazione ma che, viene detto, “non avrebbe la portata di un’opera costruita dal nulla, in una città in cui manca tanta architettura contemporanea di qualità e in cui troppi progetti, pur sostenuti dalla migliori intenzioni, finiscono nel nulla”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(11 settembre 2014)