Martino Godelli (1922-2014)
È scomparso all’età di 92 anni Martino Godelli, nato Goldstein, uno degli ultimi sopravvissuti italiani all’orrore di Auschwitz Birkenau.
Nato in Romania, trasferitosi giovanissimo nella Fiume fascista, Godelli – tra i pionieri del sionismo socialista in Italia – viveva nel kibbutz di Netzer Sereni, in Israele, dove si è svolto ieri il suo funerale.
Godelli fu arrestato a Fiume il 25 gennaio 1944. Fu prima trasferito all’ex distilleria Wortmann, a Sussak, adibita dai nazisti a luogo di interrogatorio e prigionia e successivamente alla Risiera di San Sabba, a Trieste, dove verrà trattenuto per una notte. Il 28 gennaio sarà fatto salire sul treno per Auschwitz Birkenau.
La sua tormentata vicenda, insieme a quella dei cugini Laci e Andi, è stata raccontata da Silvia Cuttin in un libro di struggente intensità: “Ci sarebbe bastato”, pubblicato nel 2011 da Epika. “Martino Godelli – lo ricorda Cuttin – è stato un gigante, un uomo speciale a cui ho voluto molto bene. Un uomo rigoroso, che ha seguito sempre quello che credeva giusto, capace di insegnare. Un uomo profondamente sensibile, anche se non lo faceva vedere; attento, rispettoso, mai invadente”.
Viveva in Israele, rifiutava di tornare in Italia. “Nessuno mi ha mai chiesto scusa”, spiegò in un colloquio con il direttore scientifico del Museo della Shoah di Roma Marcello Pezzetti.
(Nell’immagine, pubblicata su Pagine Ebraiche per gentile concessione di Silvia Cuttin, il documento di riconoscimento di Martino Godelli pochi giorni dopo la liberazione di Auschwitz Birkenau. All’uscita dal lager nazista il suo peso era di 28 chili)
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(5 novembre 2014)