Qui Milano – Adeissima, festa e solidarietà
“Women for Women, Donne per le Donne”. Non poteva essere più coerente lo slogan pronunciato da Susanna Sciaky, presidente della Sezione milanese di Adei Wizo Italia, per il tradizionale evento di apertura dell’anno social all’Auditorium di Milano. Sul palco sta per salire l’Orchestra Femminile Italiana e questo già è indicativo di quanto in “rosa” possa essere la serata intitolata Adeissima Berta Sinai 2014, il cui ricavato andrà al progetto Let’s Keep Them Safe per rafforzare la sicurezza degli asili israeliani. Non si tratta solo di rendere a prova di missile il tetto della scuola o costruire un rifugio, ma anche di farsi carico delle conseguenze psicologiche di vivere tra le sirene.
Un appello a cui hanno risposto in tanti, se si considera la vasta platea del teatro tutta esaurita. Dopo un discorso per illustrare il progetto da sostenere, ringraziamenti e il saluto del presidente della Comunità Ebraica di Milano Walker Meghnagi, il palco viene piacevolmente invaso da 30 musiciste in abito da sera, seguite dall’unico uomo della formazione, il direttore Roberto Giuffrè.
Fin dalle prime note dedicate agli inni nazionali si capisce che un’orchestra femminile non è soltanto un ensemble con i tacchi alti. Sarà che la mente è condizionata da identificare la dolcezza nella femminilità, sarà che sono tutte musiciste eccellenti di ogni parte del mondo, ma è proprio la delicata compostezza del suono a colpire. Le arcate sono omogenee, il timbro pulito: una tavolozza di colori tutti facilmente distinguibili anche dietro un velo di tulle. Per di più il programma scelto lavora molto bene su questa caratteristica. Si comincia con tre canti della tradizione contemporanea israeliana riuniti in una suite inedita: Jerushalaim shel Zaav, Hevenu Shalom Alechem e il quanto mai appropriato, visto il periodo, Chanukah Oh Canukah e si prosegue con il concerto più leggero di Mozart, il K488. Al piano un ospite il cui tocco misurato è quanto di più adatto all’orchestra: Bruno Canino, capace di rendere il primo tempo un vero carillon che non ti stancheresti mai di risentire. Con lo stesso stile Canino regala come bis da solista la mozartiana marcia turca mandando in solluchero la platea. In questa leggerezza tutta al femminile non manca la danza ed ecco che mentre si diffonde un valzer le ballerine della scuola di danza del teatro Carcano fanno sfilare sulle punte gli abiti da sposa di un giovane stilista milanese di origine turca.
Il concerto prosegue con una decisa incursione nei Balcani, che si sposa molto bene con le radici della musica ebraica. Prima le danze rumene di Bela Bartok, poi quelle greche di Nicolas Skalkottas. Il finale è travolgente, l’orchestra attacca “Por una Cabeza” di Gardel mentre la platea si popola di danzatori della compagnia Efecto tango. Si prosegue con il fascinoso Libertango di Astor Piazzolla e perfino il bis è l’occasione per un’altra milonga… Poi sono solo applausi.
Alberto Angelino
(19 dicembre 2014)