Qui Trieste – Festival Ullmann, ultima performance e sguardo al futuro

robertoSrelz-7750_rdConclusione con i brani di Pavel Haas e František Domažlický, entrambi cecoslovacchi, per il Festival Viktor Ullmann dedicato alla musica “concentrazionaria” e “degenerata”. Nel programma eseguito alla Sala Tripcovich di Trieste composizioni molto diverse tra loro, innanzitutto negli organici: di Haas in prima esecuzione assoluta in Italia sia l’Ouverture per Radio op. 11 per quattro narratori 4 cantanti solisti e orchestra (i tenori Dax Velenich e Nathan Neumann, il baritono Giuliano Pelizon e il basso Hektor Leka), sia il Salmo 29 op.12 per coro femminile, baritono solista (Giuliano Pelizon), organo (Manuel Tomandin) ed orchestra sono stati intervallati dalle Canzoni cecoslovacche op. 17 per coro femminile e orchestra d’archi di Domažlický. I solisti, l’Orchestra Abimà e il Coro Clara Schumann, diretti da Davide Casali, hanno suggellato una manifestazione che dal 30 marzo di quest’anno ha presentato al pubblico regionale musica attualmente poco eseguita. È un’operazione culturale che mira al recupero di opere dimenticate e che permette, anche attraverso queste esecuzioni, di individuare tra esse quali siano effettivamente delle opere minori e quali invece meritino un ascolto più attento, sia dal punto di vista strettamente musicale che come curiosità storiche. È il caso, ad esempio dell’Ouverture per Radio di Hass, che rende inequivocabilmente omaggio a Guglielmo Marconi o del Salmo 29, dello stesso autore, che inizia con un lungo scampanio.
Iniziative di questo genere, proprio per la loro natura intrinseca, necessitano di una divulgazione musicologica che accompagni il percorso del pubblico, in modo che quanto fatto possa lasciar traccia duratura. L’auspicio è che l’Associazione Musica Libera, organizzatrice dell’evento, all’opera per la prossima edizione, abbia la possibilità di operare in questo senso già per quanto riguarda il primo festival.

(La foto è di Roberto Srelz)

Paola Pini

(19 dicembre 2014)