Time out – Memoria

daniel funaroIl digiuno del 10 di Tevet è stato scelto dal Rabbinato come l’occasione per ricordare le vittime della Shoah di cui non di cui non si conosce la data della morte e per cui non si può recitare il Kaddish. Una data ebraica, differente della Giornata della Memoria, dove non ci sono politici né giornalisti, non ci sono cerimonie a cui presenziare di fronte alle autorità. Siamo solo noi, in digiuno dall’alba al tramonto, a ricordare gli ebrei morti nei campi di sterminio. Un momento più silenzio e di riflessione rispetto alla retorica della Giornata delle Memoria che, però, sembra non appassionare. La Shoah, per un certo ebraismo, è diventata quasi una religione civile, un tratto importante della nostra identità piuttosto che della nostra storia tanto da finire per adeguarci, nel ricordo delle nostre vittime, agli usi e i costumi della società in cui viviamo invece che alle regole della nostra cultura. Se ci preme davvero il ricordo della Shoah proviamo allora a cambiare punto di vista, abbandoniamo una certa retorica e proviamo a recuperare il senso della memoria in termini ebraici. Senza telecamere e interviste di ebrei noti sui giornali, ma un momento più raccolto e di silenzio proprio come la nostra tradizione e soprattuto la nostra coscienza ci impongono.

Daniel Funaro

(1 gennaio 2015)