In marcia per la libertà
La Francia unita e repubblicana in piazza per affermare il proprio rifiuto verso l’odio, l’antisemitismo, la discriminazione a tutela dell’inviolabile libertà di espressione e di satira. Capi di Stato, leader politici, rappresentanti religiosi, comuni cittadini: centinaia di migliaia, forse milioni di persone affluiranno si ritrovate nel centro di Parigi per prendere parte alla grande manifestazione repubblicana indetta dall’Eliseo. Per l’Italia una delegazione guidata dal primo ministro Matteo Renzi, che su Twitter ammonisce: “Non permetteremo alla paura di cambiarci”.
Ha aderito all’iniziativa anche l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. In un messaggio inviato al termine dello Shabbat al presidente francese Francois Hollande e al presidente del Conseil Représentatif des Institutions juives de France Roger Cukierman, il presidente dell’Unione Renzo Gattegna scrive: “I terribili fatti degli scorsi giorni costituiscono un attacco ai valori irrinunciabili non solo della Francia ma di tutta Europa. Per questo vi giunga la vicinanza e la gratitudine degli ebrei italiani per la straordinaria lezione di unità offerta in queste ore dalle diverse anime della società francese insieme all’adesione dell’UCEI alla grande marcia repubblicana”. Ai nemici della libertà di stampa e di satira. A chi fomenta l’odio, l’antisemitismo, la discriminazione. A chi vorrebbe imporre modelli culturali non compatibili con le nostre società progredite – sottolinea Gattegna – “rispondiamo compatti nel solco dei grandi valori di pluralismo e democrazia che, dalla Francia, si sono irradiati in Europa e nel mondo intero”.
Forte vicinanza ai vertici dell’ebraismo italiano, forte impegno a procedere nel solco dei valori che sono propri di tutti i cittadini che credono nella libertà, nella democrazia e nel pluralismo, da parte dai protagonisti della vita politica nazionale. “Dopo i terribili avvenimenti di Parigi, ho deciso di esprimere solidarietà e vicinanza a tutti gli ebrei italiani recandomi personalmente alla sede dell’Ucei a Roma, dove ho incontrato il consigliere e assessore alla cultura Victor Magiar e l’amico Dario Coen”, afferma tra gli altri il deputato del Partito Democratico Michele Anzaldi. “Ho espresso telefonicamente la mia solidarietà al presidente dell’Ucei, Renzo Gattegna, e ho ritenuto opportuno recarmi al Ghetto di Roma. Dopo i giornalisti di Charlie Hebdo e i poliziotti la furia omicida dei terroristi ha colpito gli ebrei, proprio in una delle capitali europee. Di fronte a fatti del genere – sottolinea – si può rispondere solo stando uniti”.
Tante le voci a levarsi in queste ore dal mondo ebraico. A Venezia, invitati dall’Alliance Francaise, sono stati in molti a radunarsi sotto alla statua di Daniele Manin. Presenti, tra gli altri, il presidente della Comunità ebraica Paolo Gnignati, il rabbino Scialom Bahbout, il Consiglio della Comunità lagunare al completo (il vicepresidente Giuseppe Gesuà Salvadori; Ester Sandra Levis, Enrico Levis, Paolo Navarro Dina), numerosi iscritti. Tra le scritte apparse in Laguna anche “Je Suis l’HyperCacher” in ricordo delle vittime del supermercato kosher parigino. Durante la cerimonia vi è stato un incontro tra rav Bahbout e l’imam della Comunità islamica Amal Mohammed e il suo presidente Mohammed Amin Al Adhab.
In un messaggio inviato all’amministrazione cittadina il rabbino capo di Firenze Joseph Levi scrive: “Di fronte a chi vuol diffondere una cultura di paura e di morte, dobbiamo stringere le mani e rafforzare la nostra amicizia e la nostra volontà di collaborare per ricreare e diffondere insieme la cultura della vita, dell’amore per l’uomo e le sue varie culture, per i valori acquisiti della democrazia, per il futuro di una umanità e una società aperta e creatrice, in cerca e somiglianza del divino”.
“In memoria delle vittime dei gravi attentati terroristici degli ultimi giorni a Parigi, l’Ufficio Rabbinico organizza una preghiera al Beth HaKeneseth per questa sera alle ore 20” si apprende intanto dalla Comunità ebraica di Torino.
Il presidente del Benè Berith Milano Paolo Foà, immediatamente attivatosi con il console generale di Francia del capoluogo lombardo, riprende le parole del presidente Internazionale Allan Jacobs e dell’executive vice presidente Daniel Mariaschin: “Per oltre 170 anni – si legge – il B’nai B’rith International ha condannato tutti gli atti di violenza insensati. Oggi riconosciamo il terrore globale come una delle più grandi sfide del mondo e restiamo costanti e determinati nei nostri sforzi per combatterlo”.
Mentre Roma il presidente della Comunità ebraica Riccardo Pacifici dice: “Non abbiamo paura, viviamo in uno stato di emergenza del 1972. Così come non pensiamo di incrementare la sicurezza. Siamo cresciuti con le forze di polizia fuori dalle nostre scuole”. A proposito del progetto di pedonalizzazione dell’area del Portico d’Ottavia rilanciato in queste ore dalla stampa romana Pacifici si esprime a favore e commenta: “Così si favorisce il controllo del territorio”.
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(11 gennaio 2015)